L’Antitrust: “Sgarbi ha svolto attività in conflitto d’interessi”. Lui scrive alla Meloni: si indaghi su tutti gli altri

5 Feb 2024 10:32 - di Giovanni Pasero
Sgarbi Antitrust

«Il sottosegretario di Stato alla Cultura, Professor Vittorio Sgarbi ha esercitato attività professionali in veste di critico d’arte, in materie connesse con la carica di governo, come specificate in motivazione, a favore di soggetti pubblici e privati, in violazione» della legge Frattini sul conflitto di interesse. Lo scrive l’Antitrust nella delibera pubblicata sul suo bollettino settimanale.

Inoltre, scrive l’autorità nel bollettino, «con riguardo alle attività di offerta al pubblico di prodotti editoriali svolte attraverso il sito Internet www.vittoriosgarbi.it» viene deliberata «la chiusura del procedimento istruttorio per la sopravvenuta cessazione della situazione di incompatibilità ipotizzata nell’atto di estensione oggettiva».

Il testo della lettera scritta alla Meloni

«Se il governo, per mano di un suo ministro ha promosso una indagine sul conflitto di interessi all’interno del governo, è giusto che io chieda all’Antitrust che si estenda l’indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri. Non per ritorsione, ma per rispetto delle istituzioni alle cui decisioni io mi sono rimesso. E che tu ti faccia garante della integrità del governo quanto a possibili incompatibilità, se a me non è consentito parlare e promuovere in ogni modo l’arte e le mie idee». Lo scrive il sottosegretario dimissionario Vittorio Sgarbi in una lettera alla premier Giorgia Meloni, riportata dal Corriere della Sera.

Sgarbi annuncia ricorso al Tar contro la delibera Antitrust

«Non sono d’accordo con la delibera, farò ricorso al Tar – scrive Sgarbi nella lettera -. Ma la delibera è chiara: non posso fare la vita che ho fatto per cinquant’anni, non posso essere me stesso e essere sottosegretario. L’Antitrust non ha detto «Non va bene questo o quell’attività della vita di Sgarbi», ma la sua «intera attività di scrittore, narratore curatore e storico d’arte» (e con ciò anche promuovere e vendere i propri libri, come anche tu hai fatto): cioè è la mia vita. Si tratta, come si capisce subito leggendone la forzata motivazione, di una decisione tanto «politicamente corretta», quanto giuridicamente scorretta. Nessun vero giurista comprende infatti per quale ragione tenere una conferenza su Caravaggio, partecipare o presiedere una tavola rotonda su Tintoretto, presentare un libro su Michelangelo, possa costituire una violazione dei limiti di legge, generando una incompatibilità con la funzione ministeriale, al punto da distorcerne il senso».

L’ex sottosegretario ringrazia la Meloni: “Tu sempre rispettosa e lineare”

«E ciò anche perché, secondo le norme vigenti, occorre che l’attività «connessa» a quella ministeriale sia svolta in modo «professionale», e fa sorridere che uno possa, «per professione», autografare e presentare libri o inaugurare mostre, e che ciò possa distorcere la funzione pubblica – si legge ancora nella lettera -. In ogni caso, sento il bisogno di ringraziarti per il comportamento da te tenuto nei miei confronti, sempre rispettoso, lineare e mai cedevole verso i molti e agguerriti oppositori che hanno imbastito una vera persecuzione giornalistica e televisiva (con la tv di Stato!) sperando, con me, di mettere in soggezione te e il governo da te presieduto».

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