La Russa chiede di ricordare Navalny al Senato. Pucciarelli (Lega): “Chiara responsabilità politica di Putin”
L’Aula del Senato, su richiesta del presidente Ignazio La Russa, ha osservato un minuto di silenzio in ricordo di Alexei Navalny, la cui memoria è stata poi omaggiata dagli interventi dei senatori. “Credo sia giusto ricordare in quest’Aula Alexei Navalny che, come sapete, è morto in maniera tragica mentre era privato della libertà, in una maniera che, comunque la si voglia giudicare, è frutto di una carcerazione piena di stenti o forse peggio, che ha lasciato sbigottito il mondo intero“, ha detto il presidente del Senato, sottolineando che “non vi è dubbio che fosse prigioniero per le sue idee e per il suo desiderio di libertà, rinchiuso in un Gulag che ricorda i tempi più bui della storia“.
La Russa ricorda Navalny al Senato
“Credo che non ci debbano essere dubbi e polemiche – ha aggiunto La Russa – sulla vicinanza che tutti noi dobbiamo manifestare a un uomo che è tornato nella sua terra sapendo che la sua sorte sarebbe potuto essere quella che poi è stata. Ha combattuto per un anelito di libertà e diventa il simbolo della presenza anche in Russia di una possibilità di riscatto”. “L’Italia, che è senza se senza ma dalla parte dell’Ucraina, non può che omaggiare Navalny”, ha concluso La Russa.
Speranzon: “Come nell’Urss. Non possiamo tacere: il silenzio è complice”
Il senatore di FdI, Raffaele Speranzon, ha ricordato che “non solo Navalny, altri oppositori come Sakarov e Solgenitsin hanno dovuto subire le persecuzioni di uno Stato illiberale come quello dell’Unione sovietica”. “Navalny era considerato un pericoloso estremista di destra. In realtà – ha sottolineato – era semplicemente un uomo coraggioso, innamorato della Russia, del suo popolo, della sua gente, della sua patria. Era un cristiano ortodosso nato in una famiglia di militari che si è battuto senza armi e senza violenza. Hanno provato ad ucciderlo con il veleno, ma niente. Lui ha preso un aereo ed è tornato a Mosca, dove sapeva che ad attenderlo c’erano prigione e morte”. “Nessun tiranno, nemmeno Putin, può vincere contro la libertà. Dopo Navalny ne nasceranno altri cento. E non dimentichiamo cosa accade in Cina, Iran, Venezuela, Cuba, Corea del Nord dove si muore assassinati nelle carceri. Il silenzio è complice. Il caso di Navalny deve indicarci una strada: quella di non tacere e di tenere acceso un faro su cosa accade nei regimi. Senza perdere mai di vista – ha concluso l’esponente di FdI – la bussola della libertà”.
Pucciarelli (Lega): “Nella morte di Navalny la chiara responsabilità politica di Putin”
Fra i numerosi interventi in aula anche quello della senatrice della Lega Stefania Pucciarelli, la quale, manifestando a sua volta lo sgomento per la scomparsa di Navalny, ha detto che “le circostanze che avvolgono la sua morte e il trattamento disumano che Navalny ha subito durante la sua detenzione, del quale abbiamo ampia testimonianza, sollevano numerose ombre e interrogativi”. “È fondamentale fare chiarezza su quanto accaduto, non possiamo permettere che la cultura dell’impunità regni sovrana. È comunque evidente – ha sottolineato – che in questa morte vi è una chiara responsabilità politica di Putin”. Parole nette, che chiudono il caso delle affermazione di Matteo Salvini per cui sono giudici e medici a dover fornire una spiegazione alla morte di Navalny.
Pucciarelli nel suo intervento ha anche ripercorso i voti della Lega sempre a sostegno dell’Ucraina e di condanna per il trattamento subito da Navalny. “Teniamo da parte le polemiche politiche, impegniamoci a costruire un futuro di pace, di democrazia e di rispetto dei diritti umani. Spiace che, anziché aver onorato la memoria di questa persona così tragicamente morta, si sia voluto buttare in caciara quello che è un lutto, un profondo lutto, e non più tardi di poco fa mettere in discussione quella che è la posizione del governo, che è sempre stato netto e chiaro, in modo particolare parlo anche del mio partito, della Lega, nelle critiche nei confronti della Russia, dell’aggressione che c’è stata e sul caso Navalny”, ha sottolineato la senatrice leghista, lanciando poi una rispondendo poi con una frecciata alle accuse in particolare di Renzi: “Visto che si parla di democrazia e di rispetto dei diritti, consiglierei, in una delle tante consulenze del senatore Renzi in Arabia Saudita, di chiedere conto anche sul caso Khashoggi”.