Irene Cecchini, le amnesie della studentessa pro-Putin: mamma e papà fanno affari con la Russia
L’informatissimo quotidiano Il Giorno, oggi, come tanti altri, dedica molto spazio alla studentessa italiana, Irene Cecchini, protagonista del duetto con Vladimir Putin nel quale lo Zar s’è complimentato con lei manifestando attestati d’amore nei confronti dell’Italia, la “polpetta” avvelenata spedita a casa nostra per provare a rompere il fronte pro-Ucraina della maggioranza. Ma chi è Irene Cecchin? “Si è diplomata con 96/100 al liceo classico Melchiorre Gioia di Piacenza e nel 2015 ha ricevuto la borsa di studio del suo Comune, tradizionalmente assegnata nel corso dei festeggiamenti del patrono San Biagio agli studenti più meritevoli delle scuole medie. Dopo il diploma aveva chiesto una lettera di presentazione al liceo per poter accedere all’università di Mosca dove voleva studiare per diventare diplomatica… La famiglia Cecchini coltiva lavanda ed è proprietaria di un’azienda di vernici alla periferia di Lodi, che ha rapporti commerciali con la Russia”. Ecco, la riga finale dell’articolo del Giorno (ma è scritto anche su Repubblica) svela un retroscena che lei non ha svelato in nessuna delle interviste rilasciate oggi sui quotidiani, nelle quali parla di innamoramento per la Russia, di passione per la loro libertà e la loro democrazia, di fake news sulla dittatura putiniana fino a spingersi all’annuncio di voler chiedere la cittadinanza russa. Non svela, però, per chi vota, e neanche che legame ci sia tra il suo “amore disinteressato” per la Russia e gli affari di famiglia.
Irene Cecchini e il democratico Putin nella libera Russia
“Quella che vedete in Italia non è la realtà della Russia: qui si sta benissimo. È un Paese libero che dà opportunità a tutti… quella che vedete in Occidente è una narrazione distopica frutto della propaganda anti-russa.. Il racconto della Russia illiberale, dittatoriale è una costruzione dell’Occidente che da anni attacca Mosca per guadagnare sempre più terreno. Non parlo di attacchi militari ma di strategie commerciali, politiche che hanno come obiettivo quello di danneggiare la Russia. L’Occidente ha sempre considerato questo Paese come la pecora nera. La Russia non ha fatto altro che difendersi…” dice la Cecchini alla Stampa. Navalny, gli assassini dei dissidenti? Lei non ci crede. “Anche questo fa parte di una narrazione inesatta: è falso che in Russia non ci sia libertà. Non è vero che non ci si può esprimere. Pensi a me, che sono andata da straniera a fare una domanda al presidente e sono stata trattata come una russa. E poi pensi a come verrebbe trattato un russo davanti al presidente Mattarella— So che i miei mi sono vicini e approvano le mie scelte. Spero, un giorno, di ottenere la cittadinanza…”. Magari per dare una mano all’azienda di famiglia.