Il Festival di Sanremo ha già trovato il suo primo tormentone: “Siamo tutti agricoltori” (video)

5 Feb 2024 14:27 - di Valter Delle Donne
agricoltori Sanremo

“Voglio andare a vivere in campagna”, cantava sul palco dell’Ariston Toto Cutugno, tra gli immancabili sfottò della critica, portando il sogno della vita contadina al Festival. Era il 1995, quasi trent’anni dopo le parti s’invertono. Se Sanremo non va alla campagna, è la campagna che va a Sanremo. Con tanto di trattori.

I trattori degli agricoltori puntano su Sanremo

La protesta dei contadini, viene dato per scontato, arriverà direttamente sotto il naso di Amadeus, ma soprattutto a portata di microfono. Più che un’incursione da Cavallo Pazzo gli esperti prevedono un momento analogo a quello del 1984, quando Pippo Baudo fece intervenire gli operai dell’Italsider.

La solidarietà per gli agricoltori si preannuncia quindi come il primo tormentone del Festival di Sanremo. In queste ore si è palesata persino Ornella Muti, che minaccia di venire all’Ariston per far sentire le sue (inedite) doti canore assieme alla figlia Naike. Già pronto il titolo del brano: “La Canzone degli agricoltori. Ma c’è pure Nek, che intona a sua volta l’orgoglio della vita rurale. «Sono un contadino mancato e capisco le loro richieste», ha detto il cantante lombardo, che a Sanremo è in gara in coppia con Francesco Renga.

Al Bano e l’orgoglio contadino: regalò al padre un trattore

C’è da aggiungere che arrivano tutti fuori tempo massimo. Senza scomodare Adriano Celentano e il suo immortale ragazzo della Via Gluck, c’è chi da sempre rivendica (a buon diritto) il suo orgoglio per la vita nel verde. A cominciare da Al Bano, che con i soldi dei primi successi canori regalò al padre un trattore. Esatto: proprio il simbolo della protesta contro le politiche matrigne di Bruxelles e degli euroburocrati. Ma nessuno si faccia illusioni: tutte questa improvvisa empatia del “carrozzone sanremese” per le istanze degli agricoltori è destinato a durare fino alla finale di sabato 12 febbraio. Passata la protesta, gabbato lo santo (Sanremo) e pure il contadino.

Che poi, a voler cavillare, un coltivatore diretto, in carne e ossa, sul palco dell’Ariston ci è già salito e fu anche il “vincitore morale” di quell’edizione. Correva l’anno 1979: Franco Fanigliulo (scomparso prematuramente), pressoché da sconosciuto conquistò pubblico e critica con “A me mi piace vivere alla grande”. Colui che veniva definito il “giullare della musica leggera”, divenne contadino dopo poco tempo, ritirandosi in una fattoria a Vezzano Ligure. Dal festival dei fiori a quello dei cavolfiori, certe volte basta un attimo.

 

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