Figli delle coppie gay, la Corte d’Appello di Milano: “Trascrizioni di due madri illegittime. C’è l’adozione speciale”
La Corte d’Appello di Milano ha detto no alla trascrizione del registro dello Stato civile di tre bambini nati all’estero con fecondazione assistita come figli di coppie gay, nello specifico due madri. La sezione Persone minori e famiglie della Corte infatti “ha accolto, e per l’effetto ha dichiarato ammissibile il reclamo proposto dalla Procura di Milano” contro tre casi di iscrizione sul Registro dello Stato civile della doppia maternità.
La Corte d’Appello di Milano dichiara illegittime le trascrizioni di due madri
La Corte ha dichiarato dunque “illegittima l’iscrizione sul Registro degli atti di nascita della doppia maternità del bambino”, sottolineando che resta fermo il riconoscimento del figlio da parte della “madre partoriente”, mentre “la donna non partoriente, che possieda i requisiti necessari, ha accesso alla procedura di adozione in casi particolari”. Con la decisione dunque l’atto di nascita he registra le due madri non è più valido.
Il rinvio alla procedura di adozione speciale
Nel suo provvedimento la Corte d’Appello ha poi aggiunto che la materia in questione, che investe un tema “particolarmente sensibile dal punto di vista etico”, richiede “l’intervento del legislatore, unico soggetto capace di operare un articolato disegno normativo idoneo a declinare in modo corretto i diritti dei soggetti coinvolti nella vicenda procreativa umana medicalmente assistita, realizzando il bilanciamento di diritti di rango costituzionale che non devono venire a trovarsi in conflitto tra loro, ivi inclusi quelli del nascituro, soggetto capace di diritti, nel suo essere e nel suo divenire”. Per la Corte, composta giudici Fabio Laurenzi, Alessandra Arceri e Maria Vicidomini, inoltre, tra i profili di tutela del minore che richiedono specifica cura, “cui solo il legislatore può dare risposta, vi è quello relativo all’irrevocabilità della scelta del genitore d’intenzione, e ciò allo scopo di prevenire tardivi ripensamenti del genitore non biologico”.
Una materia di competenza del legislatore
I giudici, di recente, si sono confrontati con ricorsi “diretti a ottenere la cancellazione della genitorialità (sociale) ottenuta mediante trascrizione sul registro da parte dell’ufficiale di Stato civile, domande motivate in relazione all’asserito venir meno del progetto affettivo di coppia su cui la maternità intenzionale era stata fondata”. Se percorrerà la strada del riconoscimento giuridico, “il legislatore – si legge nel provvedimento della corte d’Appello di Milano – valuterà se attribuire carattere di irrevocabilità alla scelta genitoriale della coppia omosessuale, poiché è di immediata evidenza che essa non può restare travolta dalla sopraggiunta fine della relazione affettiva tra i partner”.
Il pronunciamento della Corte costituzionale
Nel caso è stata anche richiamato il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha escluso profili di illegittimità costituzionale delle norme che non consentono di indicare il genitore d’intenzione nell’atto di nascita del minore, e ha riconosciuto come l’istituto dell’adozione “in casi particolari pare fornire adeguata tutela al minore nato col ricorso a tecniche procreative di laboratorio per scelta di una coppia omosessuale”. Scelta che pur non attribuendo al bambino lo status di figlio sin dal momento della nascita – bensì dall’avvenuta adozione – e benché subordinata al consenso del genitore biologico, “appare tuttavia rispondente alla realtà effettuale e scientifica e, senza operare alcuna fictio, rende coerente il vissuto reale con la forma giuridica che la descrive. Si perviene così a una soluzione che appare rispettosa dei diritti fondamentali e incomprimibili del minore, incluso il diritto a conoscere le proprie origini”.
La sentenza delle Sezioni unite della Cassazione sulla trascrizione di due padri
La scorsa primavera era stata la Cassazione, a sezioni unite, a stabilire illegittimità della trascrizione del genitore non biologico, in relazione al caso di un bambino nato con maternità surrogata e iscritto con due padri. Anche allora la Corte aveva rimandato all’istituto dell’adozione speciale. A seguito di quella sentenza, che non faceva altro che confermare quanto prescritto dalla normativa vigente, il ministero dell’Interno emanò una circolare in cui si invitavano i Comuni ad attenersi alla legge. Nonostante dunque il governo non avesse assunto alcuna iniziativa autonoma, il caso fu cavalcato strumentalmente dalla sinistra che accusò l’esecutivo di accanimento contro i bambini e i loro diritti.
Pro Vita: “Bene la Corte d’Appello di Milano: consolida la giurisprudenza”
La decisione della Corte d’Appello di Milano è stata accolta con soddisfazione da Pro Vita & Famiglia. “Bene hanno fatto i giudici della Corte d’Appello di Milano a dichiarare illegittime le trascrizioni degli atti di nascita, fatti dal Comune, dei figli di tre coppie di donne che erano ricorse alla fecondazione assistita all’estero. Con questa pronuncia – ha commentato il portavoce della Onlus, Jacopo Coghe – si consolida la giurisprudenza contro l’iscrizione della “doppia maternità” o “doppia paternità” nell’atto di nascita. L’unico vero diritto negato a quei bambini è il diritto fondamentale al padre, che gli è stato rubato a tavolino».