Dino Meneghin: “Mai votato Pci o Msi ma tifo Meloni: non ha paura di nulla. Schlein? Non mi fido”
“Sono venuto grande all’aria aperta. Ho avuto la fortuna di crescere tra i monti, con mio fratello andavo nei boschi, su e giù dagli alberi, giocavamo in riva al Piave. Ma vai a raccontarlo ai ragazzi di oggi che cos’è l’aria aperta. Non lo sanno. E quelli che la cercano nelle città non la trovano, non hanno spazi i giovani per sfogarsi. Così nascono l’obesità e il bullismo. Hanno fatto diventare gli E-games sport olimpico: sarà una rovina…”. In una lunga intervista alla “Stampa” il grande campione italiano di basket, Dino Meneghin, capitano coraggioso della Nazionale (4 Olimpiadi, medaglia d’argento a Mosca 1980), sette volte campione d’Europa con la sua squadra di club, 12 scudetti, 74 anni, fino a 44 sul campo da basket, parla dei giovani d’oggi, di sport, di politica.
Il basket e la Milano di oggi insicura
“Ho vissuto gli anni Cinquanta e Sessanta con molta leggerezza. Cancellerei i Settanta, i morti, i rapimenti, le contestazioni: la gente aveva paura ad uscire di casa. Negli anni ottanta ero a Milano, una goduria. Si tornava a vivere. Se avessi avuto il tempo e le forza mi sarei divertito molto. A mezzanotte le discoteche si riempivano, noi invece andavamo a dormire a quell’ora..“, ricorda. L’Italia di oggi le piace? “Mi preoccupa la mancanza di sicurezza, la gente sembra impazzita per come fa del male e sa farsi del male. Avanti così e si torna agli anni bui, per questo metterei telecamere in ogni angolo come deterrente anti violenza. E poi vorrei una tranquillità politica”.
Meneghin e la politica: né a destra, né a sinistra ma con la Meloni
Interessanti sono anche i passaggi politici. Dino Meneghin non si schiera a livello politico ma a livello personale sì. Le piace la premier Meloni? “Molto. Finalmente una donna, prima di tutto. Ha fatto la gavetta, non ha paura di nulla, Spero che faccia gli interessi di tutti e non solo dei suoi elettori”. E la sua rivale Schlein? “Non mi fido di una che ha tre passaporti. Vuoi fare la premier? Bene, ma stracci gli altri due e tenga quello italiano se no mi viene il sospetto che se le cose andassero male se ne andrebbe all’estero”. Ma il grande campione non si ha mai avuto tessere di partito. “Sono un uomo di centro. Non ho mai votato Pci e neanche Msi. Ho vissuto gli orrori del fascismo nei racconti di nonni e genitori. Quelli del comunismo andando a giocare all’Est prima della caduta del Muro, la mancanza di libertà, i controlli sui libri che portavo in valigia nelle trasfette: quando tornavo in Italia baciavo la terra. E ho visto le dittature di destra nelle trasferte in Grecia e in Sudamerica. So il valore della democrazia”.