Letta si confessa a “Chi”: “Volevo giocare a basket nella Nba. Mia moglie giornalista penalizzata da me”

14 Set 2022 12:03 - di Marta Lima

Con Stefano Bonaccini “siamo amici leali” e “il prossimo segretario mi piacerebbe fosse una donna”. Enrico Letta si confida a ‘Chi’ in una intervista in cui non tocca esclusivamente i temi della campagna elettorale. “Mi manca il rapporto con gli studenti”, “il contatto con i giovanissimi. Sono due i temi di cui non si può fare a meno, secondo loro: l’ambiente e i diritti delle persone”, spiega il segretario dem.

Letta e l’ottimismo sul voto: “Batteremo la destra tra i giovani…”

“Il Pd è risalito tra i 18-25enni, siamo il primo partito. Cinque stelle e FdI arrivano dopo di noi. Sono soddisfatto, ma non basta”, dice ancora. E sul voto, tra le altre, cose spiega: “Calenda a Conte si credono Macron il primo e Melenchon il secondo: sono io il vero ostacolo per loro. Non la destra”. E in un’altra intervista, al Foglio, questa mattina, Letta era stato altrettanto duro con i due: “Io non sono come Calenda e Renzi che usano Draghi per lucrare uno 0,5% in più. Il nostro partito è stato quello di gran lunga più serio, più lineare rispetto al governo Draghi, quello che sarà in grado di portare avanti quella linea positiva per il Paese”.

La passione per il basket e la carriera della moglie giornalista

Su “Chi” Letta parla anche della sua vita privata: “Per ciò che riguarda mia moglie Gianna, poi, mi sento molto in colpa per aver condizionato la sua carriera. Sono pronto a fare lo stesso passo indietro, se sarà necessario, in futuro”.

Il segretario del Partito Democratico ed ex presidente del Consiglio dal 28 aprile 2013 fino al 22 febbraio 2014 si era sposato già una volta prima di contrarre matrimonio con la sua seconda moglie, Gianna Fregonara, giornalista del Corriere della Sera: i due hanno tre figli, Giacomo, Lorenzo e Francesco. Al magazine diretto da Alfonso Signorini, Letta poi confessa di aver coltivato “due sogni, diventare un grande giocatore di basket negli Usa, mentre alla fine ho giocato solo a Pisa, e viaggiare per il mondo lavorando come fotografo del National geographic”.

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