Consolato Usa, dalla rivendicazione ai vestiti: così è stato scovato il 22enne arrestato per terrorismo
Il 22enne di origini giordane fermato per l’attentato con due molotov al consolato Usa di Firenze è stato arrestato con l’accusa di finalità di terrorismo e condotto nel carcere fiorentino di Sollicciano. Il decreto di fermo, disposto dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto Lorenzo Gestri della Dda di Firenze, ha fatto seguito alla perquisizione e all’interrogatorio che si sono svolti tra la notte di ieri e la giornata di oggi. “Ringrazio le Forze dell’Ordine che, grazie a un efficace lavoro di indagine, sono riuscite in breve tempo a risalire al responsabile, che aveva minacciato di compiere altri attentati”, ha scritto su X il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
La perquisizione: i vestiti in casa e la rivendicazione nel cellulare
Nella sua casa del 22enne, in provincia di Firenze, gli investigatori dei carabinieri e della polizia hanno trovato il giubbotto nero e gli altri indumenti che indossava la notte in cui avrebbe lanciato le molotov, come ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona. Nel telefonino cellulare del giovane, nato in Italia, inoltre, è stato trovato anche il video di rivendicazione, di cui sarebbe l’autore, che venerdì 2 febbraio è stato inviato alla sede Rai del Tg della Toscana e ad altre testate. Nel filmato un uomo rivendicava l’azione alla sede diplomatica, attaccava gli Usa, Israele e i governi filosionisti dell’Unione europea, annunciando nuovi attentati attribuendoli ad Hamas.
Il 22enne di origini giordane arrestato per terrorismo
Il provvedimento di fermo della Procura della Repubblica nei confronti del 22enne è stato adottato, come ha spiegato il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia in un comunicato, “per finalità di terrorismo, palesata dall’impiego di ordigni esplosivi e da plurime rivendicazioni a organi di informazione, nelle quali veniva manifestato il proposito di numerosi attentati per dissuadere lo Stato italiano dal fornire appoggio allo stato di Israele”. La Procura parla di “gravi indizi di reità a carico della persona indagata in relazione ai fatti”, elementi investigativi “plurimi e convergenti”, che “consentono di ritenere, con elevato grado di probabilità, la riferibilità soggettiva delle condotte illecite, incluso il video di rivendicazione, al soggetto nei cui confronti è stato disposto il fermo”. La Procura ha ritenuto anche l’esistenza del “concreto pericolo di fuga” del 22enne “per la ritenuta possibilità di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immediato riparo”.
L’avvocato: “Si è avvalso della facoltà di non rispondere”
L’avvocato Chiara Bandini, legale del giovane arrestato, ha detto: “Il mio assistito è stato portato in cella. Non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione e si è avvalso della facoltà di non rispondere”. Al momento gli inquirenti ipotizzano che il presunto attentatore abbia fatto tutto da solo, ma le indagini proseguono per accertare se possa essere stato aiutato da qualcuno, anche, ad esempio, nel confezionamento del video che dura circa un minuto e mezzo ed è in lingua araba. Nei prossimi giorni si terrà l’udienza di convalida del fermo da parte del giudice. “Siamo a conoscenza del fatto che un sospetto è stato interrogato in relazione all’incidente avvenuto presso il Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze. Ringraziamo le autorità italiane per la professionalità e la rapidità con cui hanno risposto e per la collaborazione con gli Stati Uniti”, ha fatto sapere l’ufficio stampa dell’ambasciata Usa.