Violenza sessuale a scuola su una bambina di 7 anni: arrestato un bidello in provincia di Reggio Calabria

10 Gen 2024 8:05 - di Luisa Perri
bidello scuola

Un bidello 60enne è finito in manette per abusi sessuali su una bambina: è accaduto in una scuola elementare della provincia di Reggio Calabria. L’uomo avrebbe costretto la bambina di sette anni a subire atti sessuali, prima baciandola e poi toccandole le parti intime. E’ quanto viene contestato a un collaboratore scolastico originario del Reggino, colpito da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta dalla procura della Repubblica, diretta da Emanuele Crescenti, per violenza sessuale aggravata.

Il bidello e l’agguato in una stanza: accade in una scuola statale di Reggio Calabria

Il 60enne, collaboratore scolastico presso un Istituto Comprensivo Statale, ha abusato della predetta autorità e delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di una minore di 7 anni, costringendola a subire atti sessuali. Stando al contenuto della denuncia formalizzata dai carabinieri di Cinquefrondi, nonché sulla scorta delle dichiarazioni rese alla presenza di una psicologa nominata dalla Procura palmese, il collaboratore scolastico, avendo notato la ragazzina raggiungerlo all’interno di una stanza per effettuare una fotocopia in seguito alla richiesta di una sua insegnante, approfittando del fatto che si trovassero da soli, le avrebbe dapprima fatto un complimento per poi baciarla sulle guance ed toccarle, infine, le parti intime.g

La rapida indagine dei carabinieri: attivato il “codice rosso”

Come ricostruito dai carabinieri in una nota, la bambina non aveva raccontato nulla agli insegnanti e ai compagni di classe e al termine dell’orario scolastico si era confidata con la madre, raccontandole nel dettaglio i comportamenti adottati nei suoi riguardi dal bidello. La rapida attivazione del ”codice rosso’‘, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della procura di Palmi, ha consentito ai militari dell’Arma di sviluppare i necessari accertamenti in pochi giorni, raccogliendo la testimonianza della bambina e concludendo in brevissimo tempo l’indagine.

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