Smeriglio, addio al veleno al Pd: “Schlein inadeguata, se punta sull’antifascismo farà rivincere Meloni”
Nel Pd “non c’è traccia nazionale e locale di una trasformazione sostanziale del modo di funzionare del partito. Tema che è stato centrale per molto tempo nel confronto interno”. Lo spiega l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio in un’intervista al Corriere della Sera dove ha parlato della sua decisione di lasciare il Pd.
Smeriglio: “Non ho sentito Elly Schlein, la sua segreteria non è all’altezza”
Massimiliano Smeriglio, 57 anni, romano, europarlamentare eletto nel gruppo dei socialisti europei da indipendente, è stato un big del Partito democratico. Oggi arriva la netta bocciatura della segretaria Elly Schlein. Dopo la decisione «no, non ho sentita prima, cercando di mantenere una relazione positiva anche in un passaggio per me delicato e impegnativo. Il tema non è mai stato la relazione tra noi due ma il profilo politico generale e le modalità faticose che il Pd continua a manifestare verso contributi esterni», aggiunge.
Il problema secondo l’ex Pd non è il fatto se gli fosse stato offerto o meno un posto il lista per le europee, “le condizioni politiche per valorizzare il lavoro svolto non c’erano. E il dissenso sulla linea politica non si risolve con un posto in lista, ma discutendo. Cosa che ho provato a fare in questi mesi senza esito”.
“Utilizzare l’antifascismo ai fini elettorali indebolisce il Pd”
In un’altra intervista a Libero, Smeriglio ribadisce che, con questa segreteria: «Giorgia Meloni durerà fino al 2027. La destra che governa va presa sul serio, non è una macchietta, non è una barzelletta e io, pur combattendola perché è guerrafondaia, razzista, misogina, patriarcale e negazionista sul clima, le riconosco un’idea organica. Che a noi manca». Per poi aggiungere: «Confondere i 500 fascisti che ad Acca Larentia fanno il saluto romano con il governo di centrodestra in carica, secondo me è proprio sbagliato, non ci porta da nessuna parte. Utilizzare a fini elettorali l’antifascismo lo rimpicciolisce, non lo fa aumentare di potenza».
E ancora, una bocciatura su tutta la linea della Schlein: «Io me ne vado per motivi, diciamo così, ambientali perché considero l’attuale gestione non all’altezza di un partito plurale quale è da sempre il Partito democratico. Chi ha posizioni diverse dal vertice, più a destra o più a sinistra non importa, spesso viene ostracizzato, c’è ostilità».