Patrimoniale, la sinistra manda avanti la Fornero. FdI: “Mai nuove tasse col governo Meloni”

14 Gen 2024 17:13 - di Lucio Meo

L’ex ministra “tecnica” più amata dalla sinistra che ama le tasse, Elsa Fornero, tira fuori dal cilindro la proposta più odiata dagli italiani: la patrimoniale sulla casa, come se non bastassero l’Imu e tutti gli orpelli fiscali e le tasse occulte già esistenti sulla vendite e sulle successioni immobiliari. Una “bomba” lanciata nel dibattito politico che esplode solo a destra, da dove arrivano proteste e ironie contro quell’ossessione che da sempre caratterizza la sinistra, mentre il Pd – non a caso – tace ed evita di esporsi, sia in un senso che in un altro. Il solito “dico non dico” della Schlein, che nel dubbio, non dice nulla su quella idea della “patrimoniale utile alle crescita” espressa dalla Fornero in un editoriale su “La Stampa” di Torino.

La patrimoniale sulla casa che tanto piace alla Fornero e alla sinistra

Ecco qualche stralcio della proposta vampiresca. “Ci possono essere molte buone ragioni per le quali il nostro Paese potrebbe considerare un’imposta patrimoniale (in realtà sul patrimonio immobiliare, visto che quello finanziario già ne è gravato), e infatti molti Paesi europei ce l’hanno”, ha scritto l’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero del governo Monti. “Le ragioni alla base, spesso abbinate, sono principalmente due: serie difficoltà nella finanza pubblica e gravi iniquità sociali” aggiunge. Poi sottolinea: “Un debito pubblico elevato deriva da anni in cui i governi in carica, anziché tassare i cittadini per i benefici loro forniti, rinviano al futuro, e perciò alle generazioni giovani e a quelle che seguiranno, parte delle imposte che servono a finanziare la spesa pubblica corrente“. “L’assenza di crescita e una impressionante serie di shock negli ultimi decenni non hanno impedito che, mentre la povertà si estendeva, una parte molto minoritaria del paese aumentasse la propria quota di ricchezza” dice ancora la Fornero, che entra anche nel merito: “Si potrebbe stabilire un imponibile minimo piuttosto elevato o limitare l’imposta al momento della trasmissione ereditaria, così come la si potrebbe usare per alleggerire l’imposizione sul reddito da lavoro o evitare un aumento netto della pressione fiscale”.

La reazione di Fratelli d’Italia: “Mai con il governo Meloni”

“Quello apparso oggi sulle pagine de La Stampa, firmato dall’ex ministro Fornero, è un vero e proprio manifesto della sinistra a favore della patrimoniale. La sinistra, amante delle tasse, manda avanti la professoressa Fornero per ribadire quanto sarebbe utile e necessaria questa imposta”, è la prima reazione, da destra, di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Per il ministro del governo Monti, infatti l’introduzione di questa tassa sarebbe motivata ‘dalle serie difficoltà nella finanza pubblica’ e dalle ‘gravi iniquità sociali’. Spiace dover contraddire la Fornero, il cui operato gli italiani ricordano molto bene, ma l’introduzione della patrimoniale causerebbe un ulteriore devastante aumento delle iniquità in Italia -prosegue Foti-. Circa il 70% delle famiglie italiane è infatti proprietaria dell’abituazione in cui vive: tassarla vorrebbe dire aumentare le tasse non solo a quel ceto medio già massacrato dai democratici, ma anche ai redditi più bassi”. Poi Foti si chiede come mai nessuno del Pd si sia dissociato “da quella folle proposta”. Domanda retorica.

La dura reazione di Confedilizia: “Proposta sconcertante”

“La professoressa Elsa Fornero propone su ‘La Stampa‘ di introdurre un’imposta patrimoniale e precisa che l’imposta andrebbe messa ‘sul patrimonio immobiliare, visto che quello finanziario già ne è gravato’. È sconcertante”, sintetizza Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. “La professoressa Fornero era Ministro nel Governo che nel 2011 ha istituito la più pesante patrimoniale sugli immobili della storia d’Italia (per sua informazione, si chiama Imu). E la notizia – sempre per la professoressa, non per chi la paga da dodici anni – è che quella patrimoniale nessuno l’ha poi eliminata, gravando ancora per ben 22 miliardi di euro l’anno. Dalla sua istituzione da parte dell’Esecutivo Monti, l’Imu ha pesato su individui, famiglie e imprese per ben 270 miliardi di euro. Risolvere i problemi aumentando le tasse – conclude il presidente di Confedilizia -non è mai una buona idea. Farlo accanendosi contro il risparmio immobiliare degli italiani è un’idea pessima”.

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