Pamela, confermato l’ergastolo per Oseghale. La mamma: “Aspettavo questo momento da sei anni”

23 Gen 2024 19:13 - di Gigliola Bardi
oseghale

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per violenza sessuale, e di conseguenza anche quella all’ergastolo, nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva, per aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si allontanò da una comunità di Corridonia (Macerata) e i resti della quale furono ritrovati chiusi in due trolley.

La richiesta della difesa di Oseghale di annullare la condanna per violenza sessuale

I giudici Suprema Corte hanno dunque respinto il ricorso della difesa dell’imputato che aveva chiesto l’annullamento della condanna decisa dalla Corte di appello di Perugia nel processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale. In questo modo viene dunque confermato l’ergastolo per l’imputato, detenuto nel carcere di Forlì. La difesa di Oseghale, rappresentato dall’avvocato Simone Matraxia insieme al collega Umberto Gramenzi, aveva sostenuto che nella sentenza ci fossero “contraddizioni interne” e che “il racconto dei giudici della Corte di appello di Perugia non è altro che un racconto di quanto loro stessi possono solo immaginare”. “Sono circostanze introdotte come certezze, ma che si fondano – ha detto Matraxia – su pure congetture e immaginazione”. La richiesta era dunque di annullare la sentenza “relativamente all’aggravante della violenza sessuale”.

Il Pg: “C’è la prova logica, richiesta inammissibile”

“La sussistenza della violenza sessuale si basa sulla prova logica”, ha affermato invece il sostituto pg Maria Francesca Loy nel corso dell’udienza, ritenendo quindi “inammissibile” il ricorso. È stato poi il legale della famiglia Mastropietro e zio di Pamela, Marco Valerio Verni, a sottolineare in udienza che “la violenza sessuale è l’unico movente dell’omicidio”. “La sentenza impugnata risponde a criteri di logicità e non è contraddittoria. Non c’è stato nessun travisamento degli elementi raccolti”, ha concluso, chiedendo quindi quella conferma della condanna poi arrivata dai giudici.

La mamma di Pamela Mastropietro: “Aspettavo questo momento da sei anni”

“Da sei anni aspettavo questo momento, è quello che speravo“, ha detto la mamma di Pamela, Alessandra Verni, dopo la sentenza. “Ma la mia battaglia non finisce qui”, ha aggiunto, riferendosi alla convinzione che esistano dei complici rispetto ai quali le indagini non sono riuscite a fare luce. “Oggi è una vittoria per Pamela e per Stefano (papà della ragazza morto per un malore nei mesi scorsi, ndr) che sono in cielo. Ringrazio mio fratello, essendo lo zio di Pamela per lui è stato complicato”, ha aggiunto la mamma di Pamela, sottolineando che “dopo tre gradi che hanno sempre confermato la violenza sessuale, oggi la conferma dell’ergastolo era il minimo”.

Davanti alla Cassazione anche la mamma di Desirée Mariottini

Durante la giornata Alessandra Verni ha avuto il sostegno di parenti e amici, in presidio davanti alla Cassazione con striscioni che chiedevano “Giustizia per Pamela”. Fra i presenti anche Pietro Orlandi e Barbara Mariottini, madre di Desirée, la 16enne che fu violentata e uccisa in uno stabile abbandonato a San Lorenzo. “Viviamo lo stesso dolore. Viviamo un ergastolo di dolore e ogni giorno ci dobbiamo fare forza per sopravvivere”, ha detto Barbara Mariottini parlando della madre di Pamela e auspicando a sua volta “giustizia”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *