Monza, Pd nella bufera: consigliera neomamma si dimette. Non le è consentito seguire le sedute da remoto
La figuraccia c’è tutta. E anche la sensazione che Monza, città guidata dal dem Paolo Pilotto, non sia una città per donne e soprattutto per mamme. Eppure dovrebbe essere la città dove le donne secondo una classifica 2022 sulla qualità della vita del Sole 24 ore vivrebbero meglio.
Francesca Dell’Aquila accusa il gruppo Pd al Comune
Non è così. E’ accaduto infatti che la consigliera comunale del Pd Francesca Dell’Aquila, che ha avuto una bambina a settembre, accusi giunta e amministratori denunciando di essere stata costretta a dimettersi. Motivo? Impossibile partecipare alle sedute di consiglio comunale da remoto. Colpa del regolamento e della tecnologia obsoleta. E anche del Pd che non ha fatto nulla per risolvere il problema.
Il racconto della consigliera dimissionaria
Francesca Dell’Aquila spiega: “Ho partorito a settembre e durante la gravidanza ho proposto al mio gruppo consigliare una revisione del regolamento perché consigliere donne in gravidanza prima e mamme e papà dopo la nascita del bambino, potessero assolvere al proprio impegno pubblico a distanza“. Seppure “il riscontro sia stato positivo – ha proseguito – mi è stato detto che sarebbe stato possibile nell’ambito di una revisione complessiva del regolamento, quindi tra circa un anno”. la reazione poteva essere più rapida, ma non è stato così. Di qui la scelta di dare le dimissioni.
La presidente del consiglio comunale, Cherubina Bertola, si è detta estremamente dispiaciuta per la scelta della consigliera, specificando che non è mai stata presentata «una richiesta in tal senso», suggerendo di chiederne conto al capogruppo del partito.
La giustificazione del capogruppo Pd
Il capogruppo del Pd a Monza Angelo Imperatori – come si legge su Libero – ha spiegato le motivazioni in poche parole: «È stata una decisione del gruppo». Quello stesso gruppo, ha aggiunto, «che per un anno ha sopperito alle assenze della consigliera che ha avuto una gravidanza complessa, senza alcun problema». Tutto bene dunque? Non proprio, perché al Nazareno i vertici Pd non hanno digerito questo danno di immagine e hanno cercato di metterci una pezza con dichiarazioni altisonanti.
“Nessuno – ha dichiarato la vicepresidente del Pd Loredana Capone – deve essere costretto a scegliere tra il suo ruolo di genitore e lo svolgimento del suo lavoro pubblico o privato”. E invece è accaduto. In un Comune guidato dal Pd.