Meloni su Fiat-Stellantis: chi delocalizza va scoraggiato, se l’auto è un gioiello italiano va prodotta qui

24 Gen 2024 15:55 - di Redazione
Meloni Fiat-Stellantis

“Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale, instaurare chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al Question time della Camera ed elencando gli interventi messi in campo dal Governo, come la modifica delle norme per incentivare “chi torna a produrre in Italia” e scoraggiare “chi delocalizza, che in questo caso dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi dieci anni”.

“Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana. Se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, quell’auto deve essere prodotta in Italia. Queste -ha concluso Meloni- sono le regole con l’attuale Governo e valgono per tutti”.

Meloni rispondeva a un’interrogazione di Azione sul caso Stellantis, illustrata dal capogruppo Matteo Richetti. “Il Gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati – ha detto ancora Meloni – rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale. È un patrimonio che merita la massima attenzione e penso che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte che sono state fatte dalla proprietà e dal management del Gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani, come a volte mi è capitato di fare, spesso nell’indifferenza generale”.

“Penso allo spostamento della sede fiscale e legale fuori dai confini nazionali -ha spiegato la premier- penso all’operazione di presunta fusione tra Fca e il gruppo francese Psa che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico Gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del Governo francese e non è un caso se le scelte industriali del Gruppo tengano in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane”.

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