Meloni sente Michel su guerre e crisi del Mar Rosso. Tajani: “Doveroso difendere le nostre navi”

23 Gen 2024 15:54 - di Federica Parbuoni
mar rosso

Telefonata tra il premier Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in vista del Consiglio europeo straordinario che si terrà il 1 febbraio. “Oltre alle prospettive di approvazione della revisione del bilancio pluriennale Ue 2021-27, sono stati discussi i principali temi dell’agenda internazionale, a partire dall’aggressione russa dell’Ucraina e dalla crisi in Medio Oriente e nel Mar Rosso“, ha reso noto Palazzo Chigi con un comunicato.

L’Europa prepara la missione Aspides

La situazione nel Mar Rosso ieri è stata al centro del Consiglio Affari Esteri, Italia, Francia e Germania a Bruxelles, che ha discusso il piano per una missione, la terza, nell’area. Aspides, questo il nome dell’operazione, avrà il compito di difendere le navi mercantili dagli attacchi degli Houthi, che stanno avendo gravi ripercussioni sul commercio internazionale. Sulla missione c’è stato il via libera politico, mentre quello definitivo è atteso per il 19 febbraio in occasione del già convocato Consiglio Affari esteri, ma si lavora per accelerare il più possibile.

Tajani: “Abbiamo il dovere di proteggere le navi mercantili nel Mar Rosso”

“L’Italia è un Paese esportatore, abbiamo il dovere di tutelare il traffico marittimo e proteggere le navi mercantili che, attraverso il canale di Suez, esportano i nostri prodotti”, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo oggi a Rainews. “Dobbiamo dire che già c’è una presenza della marina militare a garanzia delle nostre navi mercantili, e che partecipa ad una missione europea che si chiama Atalanta”, ha chiarito ancora il titolare della Farnesina, spiegando che l’obiettivo ora è “allargare le competenze anche territoriali dell’Ue a protezione del traffico mercantile”.

I contorni della missione Ue contro gli attacchi degli Houthi

“Ieri si è di fatto politicamente deciso di avere una nuova missione, allargando le competenze anche con nuove e più ampie regole di ingaggio, attraverso Hormuz per arrivare, attorno alla penisola arabica, fino a Suez”, ha quindi chiarito Tajani, precisando che “sarà una missione difensiva”. “Io credo che la decisione possa essere presa ai primi di febbraio: l’Italia sta accelerando, e abbiamo con la Germania e la Francia deciso di spingere moltissimo. Mi auguro che entro la prima metà di febbraio possa partire l’operazione. Oggi le nostre navi militari hanno il compito non solo di scortare, ma di difendere. Quindi sono autorizzate anche ad aprire il fuoco, abbattere missili o droni che possano attaccare. Una difesa militare attiva”, ha concluso Tajani, sottolineando che la nostra missione “non sarà assolutamente contro l’Iran ma per proteggere dagli attacchi degli Houthi”.

Meloni spiega perché è importante intervenire

Della missione navale Ue nel Mar Rosso ieri ha parlato anche Meloni nel corso della trasmissione Quarta Repubblica. “È prevalentemente di politica di difesa. Sappiamo cosa sta accadendo nel Mar Rosso, ne conosciamo l’importanza: da lì transita il 15% del commercio mondiale”, ha spiegato il premier, sottolineando che “impedire il passaggio dei prodotti da lì significa un aumento dei prezzi spropositato”. “Quindi noi – ha chiarito – non possiamo accettare la minaccia che proviene dagli Houthi nel Mar Rosso. L’Italia ha sempre sostenuto la difesa della libertà di navigazione, lo facciamo nell’ambito delle nostre normative”. Meloni, inoltre, ha chiarito che per “la missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento”, come invece sarebbe stato necessario per partecipare a quella di iniziativa americana.

L’esperto di geopolitica: “Missione Ue necessaria, bene la partecipazione dell’Italia”

Della missione europea come di una “missione necessaria” ha parlato anche il senior advisor dell’Ispi ed ex ambasciatore alla Nato, Stefano Stefanini, intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos. Per l’esperto è “importante che l’Italia ne faccia parte in un quadro multilaterale”, in quanto si tratta di “un atto di legittima difesa dei nostri interessi”, oltre che del “principio della libertà di navigazione”. “L’Europa e l’Italia devono farsene carico”, ha aggiunto Stefanini, sottolineando che “la chiusura di fatto del traffico attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez impatta direttamente sull’Europa, e in particolare sull’Europa mediterranea e sull’Italia”.

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