La resistenza secondo Zerocalcare: andare a teatro nel centro sociale e non a vedere Pirandello…

19 Gen 2024 8:30 - di Francesco Severini
Zerocalcare

La sinistra riparte sempre da qualcosa. Oggi è il turno di Zerocalcare e del suo appello a “resistere” lanciato dalle colonne di Rep. Un’intervista di due pagine dove al lamento per l’occupazione della destra degli spazi culturali (immancabile la citazione della “vittima” Sinibaldi) si unisce la reazione immaginata dal fumettista: produzioni dal basso di artisti “contro”.

L’uomo è stato definito al meglio in un ritratto di Luigi Mascheroni: “Il meglio del peggio dei giovani di sinistra frignoni, felpa griffata e bermuda engagé, quarant’anni e lamentarsi ancora che la colpa è der sistema, Zerocalcare e un milione di fumetti venduti è l’apologia in timeline del nichilismo acquiescente di una generazione triste. So’ di Centocelle, so’ povero, vivevo di traduzioni, siamo sfigati…“. Cui si unisce ora un altro elemento di autocommiserazione: sono maschio bianco e quarantenne… che guaio.

Apprendiamo, inoltre, che Zerocalcare monitora il fascismo avanzante sui social denunciando una locandina di un evento del Blocco studentesco (CasaPound) con la bandiera del Terzo Reich. Cerchiamo la locandina. La bandiera non c’è. Ma ci sono i colori rosso, nero e bianco. E che bastano a destare il sospetto di una peccaminosa reminescenza. Vabbè, c’è dell’altro?

Come no. La solita accusa alla destra di essere incolta, incapace di nutrire un immaginario fecondo. Quindi il tentativo di egemonia del nemico si può combattere «producendo opere che creano immaginario, perché quello la destra non lo sa fare. Mette figure identitarie nei posti chiave ma ha radici culturali sterili e anacronistiche, la sua mitologia si fonda da una parte sul vittimismo, dall’altra sulla negazione delle responsabilità nelle stragi degli anni Settanta. Il massimo della loro editoria è Vannacci, per dire».

Ma queste opere dove te le vedi? «Se non in tv o su media tradizionali, ci sono le produzioni dal basso, o i teatri dove non servono i padrini economici o politici». Del resto, nota Zerocalcare con un certo disgusto, quelli di destra quando parlano di teatro dicono che «nei teatri bisogna tornare ai classici, a Pirandello, ai miti greci…è il loro modo di soffocare la sperimentazione e la contaminazione culturale». Tutte cose, si suppone, che assorbi nei centri sociali.

Ultima chicca: della mancata partecipazione a Lucca Comics Zerocalcare se ne fa un vanto. Altrimenti avrebbe avuto sulla coscienza le vittime di Gaza… Sì, dice proprio così. E sulle accuse di antisemitismo replica:  “Io ho i mezzi e le risorse per uscire dall’angolo, altri avrebbero visto la carriera sgretolarsi”. Due pagine su Repubblica sono solo l’inizio.

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