La Cuzzo in estasi per Elly: ha fatto il miracolo. Ma Occhetto gela gli entusiasmi schleiniani
Ricapitoliamo: Schlein ieri alla Camera ha attaccato la premier Meloni sulla sanità. Un classico, un evergreen del dibattito politico. Tipo: lei lo sa quanto costa un litro di latte? Ecco. Schlein si è attaccata ai pronto soccorso intasati. Poi ha pure rinfacciato a Meloni di essere stata al governo con Berlusconi quando fu messo il tetto alle spese sanitarie. Meloni era ministro della Gioventù senza portafoglio, ma è parso a chi ascoltava che quei tagli li avesse fatti lei. Insomma tutto qua. Anzi no. Schlein ha fatto anche la battuta: non siete destra sociale ma “destra letale”.
Quelli della Stampa non aspettavano altro. Annalisa Cuzzocrea, detta anche la Cuzzo, oggi firma un’intera pagina elegiaca. Non è la prima volta che la Cuzzo tratta in rima baciata della segretaria dem. Ecco l’attacco del pezzo di oggi: “Elly Schlein esce dall’aula di Montecitorio con l’aria del giocatore tenuto a lungo in panchina. Quello che entra, segna, i compagni lo guardano come avesse fatto il miracolo e gli si fanno intorno festanti. Alla Camera è andata – insospettabilmente – così“.
Quell’insospettabilmente è un capolavoro: come a dire “non pensavate eh e invece Elly ha tirato i fuori i cosiddetti. Ecco, brava, bravissima, super, ha messo in scacco la Meloni. Brava, bravissima, super”. E’ bastato un “destra letale” per mandare in estasi la redazione del quotidiano torinese. Orfana di un Giannini con l’elmetto. Ma col cuore sempre nelle vicinanze del Nazareno.
Che belli i toni azzeccati di Elly. La Cuzzo è inorgoglita. “«Destra letale» sulla sanità, Meloni «regina dell’austerità», nessuna parola è lasciata al caso. Un giovane cronista chiede alla leader dem se pensasse alla «Regina del celebrità» degli 883. Lei sorride, il paragone non la infastidisce, del resto ha appena segnato un gol ed è chiaramente felice di aver dimostrato alla squadra quanto vale…”. Voi capite il background da cui attinge la leader dem, i brani di Max Pezzali, da sempre peraltro considerato amico della destra. Insomma è apoteosi Schlein. Solo su la Stampa ma chi s’accontenta gode.
Dimenticati in un attimo tutti i guai del Pd: la linea di politica estera che non c’è, la linea sul fine vita che non c’è, i cattolici interni che s’incazzano, gli estremisti interni che si adirano, i giovani pronti a marciare sotto la sede per chiedere il congresso. Tutto cancellato da quel mirabile, magnifico, inarrivabile “destra letale”. Un vero miracolo.
Ma c’è un altro giornale di sinistra dove uno di sinistra, Achille Occhetto, smorza gli entusiasmi delle truppe schleiniane. E che dice Occhetto? Intervistato dal manifesto commenta la polarizzazione dello scontro Meloni-Schlein. “Già il fatto che si parli prevalentemente di uno scontro al femminile – osserva – è qualcosa di antifemminista, somiglia a una ghettizzazione di donne… La misura sarà se queste donne potranno portare il femminismo al governo ” e contrastare un aspetto tipicamente maschile – continua Occhetto – della politica, cioè il leaderismo. Tutte cose che evidentemente Schlein non ha fatto o non ha saputo fare. Ma il punto di critica più aguzzo è quando Occhetto dice che a sinistra si ripete spesso la stupidaggine che occorre fare “battaglie contro”. Invece sono le “battaglie per” che, alla fine, smuovono gli elettori. Per Schlein dunque non è tempo di elogi.