La Cina ha censurato “Forza Gesù”, brano dello Zecchino d’Oro. Il coro non ha pututo eseguirlo (video)

26 Gen 2024 20:32 - di Redazione

Nonostante abbia vinto il premio dello Zecchino Rosso nel 2010, la canzone “Forza Gesù” cantata da Simone Deiana, diventata molto popolare in Cina, è stata censurata. Nel senso che durante l’ultimo tour a Shanghai e a Pechino il Piccolo Coro dell’Antoniano non ha potuto eseguirla. Il motivo – spiega  il Corriere della Sera- è da attribuire ai versi poco in linea con i principi di uno stato guidato dal Partito Comunista. Il direttore dell’Antoniano, frate Giampaolo Cavalli, è cadutoi dalle nuvole:  “Non sappiamo quali siano i motivi per cui la canzone non sia stata inserita in programma”.

Il coro, nato con lo Zecchino d’Oro, è presenza fissa in Cina dal 2016. L’anno successivo ha collezionato otto spettacoli sold out e diecimila biglietti venduti tra Shanghai e Pechino conquistando l’Oriente, trascinato dalla diffusione virale del brano “Forza Gesù” su Youtube, che aveva totalizzato ben un milione e mezzo di visualizzazioni. A leggere alcunio passi del brano non sembra di esere in presenza di una canzone pericolosamente antigovernativa: “Forza Gesù, non ti preoccupare / Se il mondo non è bello visto da lassù / Con il tuo amore si può sognare / E avere un po’ di Paradiso / Quaggiù”. Cosa possa avere  fatto storcere il naso alle autoritò cinesi non è dato capire.

Non è la prima volta che la Cina “blocca” alcuni brani del Coro dell’Antoniano. Lo ricorda il Giornale: già nel 2017 erano state eliminate dai concerti altre due canzoni a sfondo religioso: La preghiera e Alleluia lodate il Signore. Ora è il turno di Caro Gesù, canzone che tra l’altro, era stata anche intonata di fronte al presidente Mattarella da una scuola elementare di Chongquinq durante una visita ufficiale. Questa censura sta facendo il giro del web.  E’ intervenuta l’assessore regionale alla Cultura della Lombardia, Francesca Caruso: “Censurare il brano di un coro italiano è un atto ostile che sottende qualcosa di più profondo contro la libertà religiosa, in particolare quella cristiana. Auspico che possa emergere un consenso generale a favore della difesa della libertà; considerando il nostro coro come un orgoglio nazionale, e che tutti si dissocino da questa decisione avventata, priva di fondamento culturale”.

 

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