Israele, “Noa è viva”. Il giallo dell’uccisione dei due ostaggi e l’incubo degli stupri e di possibili gravidanze

16 Gen 2024 10:27 - di Lorenza Mariani
Noa è viva

Noa è viva. La 26enne ostaggio a Gaza, volto simbolo della mattanza del 7 ottobre, apparsa proprio nelle scorse ore  in tre video pubblicati da Hamas, per l’esercito israeliano continua a resistere dopo oltre cento giorni di prigionia nelle mani degli aguzzini di Hamas. La notizia si sovrappone a quella dell’uccisione di due degli ostaggi mostrati in un video dei terroristi palestinesi. Immagini in cui, proprio la ragazza rapita al rave il 7 ottobre scorso, portata via in moto dai miliziani, afferma che i due connazionali sono rimasti vittime «dei raid delle nostre Forze di difesa israeliane». In quel video, come ormai drammaticamente noto, si vedono i corpi delle due vittime: Yossi Sharabi e Itay Svirsky.

Noa è viva: l’esercito israeliano ne è certo

Per l’esercito israeliano, però, Noa Argamani è viva. E il Times of Israel conferma e rilancia la notizia. Con l’occasione, il portavoce militare Hagari ha dichiarato che l’affermazione di Hamas secondo cui i militari hanno colpito un edificio dove erano tenuti i 3 ostaggi, Itay, Yossi e Noa, uccidendo i primi due, è falsa. «Itay non è stato ucciso da noi. È una bugia», ha detto Hagari. Tanto da controbattere con un’affermazione dirimente: «L’edificio in cui erano prigionieri non è stato attaccato».

Israele respinge le accuse di Hamas: «Non abbiamo ucciso noi gli ostaggi»

Ostaggi, un nodo cruciale di questa guerra che, oltre alla linea di fuoco sul campo di Gaza, registra di ora in ora i segni dell’orrore di un conflitto parallelo. Una guerra nella guerra, in corso da oltre cento giorni sulla pelle dei prigionieri israeliani. Ed è notizia di oggi, allora, che proprio su questo fronte, il gabinetto di guerra israeliano è diviso. Il primo ministro Benyamin Netanyahu e il titolare della Difesa Yoav Gallant insistono che solo la pressione militare costringerà Hamas ad un nuovo accordo. Ma Benny Gantz e Gadi Eisenkot, i due ex capi di stato maggiore entrati al governo dopo l’attacco del 7 ottobre, chiedono che vengano considerate «nuove idee», scrive Haaretz.

Gabinetto di guerra diviso sugli ostaggi: Gantz chiede “nuove idee”

Nel frattempo, secondo un’analisi del giornale, per ora «non c’è nessuna concreta proposta di un altro accordo per liberare ostaggi». E il “prezzo” della loro libertà «è un’ammissione di fallimento da parte del governo israeliano». Mentre il conflitto appare in stallo. E nelle retrovie di esercito israeliano e miliziani palestinesi, si consuma di giorno in giorno la tragedia di una sopravvivenza – fisica e psicologica – all’orrore. Il dramma di un sequestro e di una prigionia disumani.

Il terrificante sospetto: l’eventualità che donne tenute in ostaggio da Hamas siano state violentate

In questi giorni, allora, tra i responsabili israeliani della sanità sono in corso consultazioni, ancora di carattere preliminare e discreto, in cui viene affrontato uno «scenario orrendo»: ossia l’eventualità che donne tenute in ostaggio da Hamas siano state violentate. E che al loro ritorno in Israele possano trovarsi in stato di gravidanza, anche avanzata. La notizia, rilanciata dall’Ansa nelle scorse ore, è stata diffusa da Maariv, secondo cui in merito non ci sono cifre concrete. Anche se il giornale rileva con toni allarmati che episodi di stupro su israeliane siano avvenuti già il 7 ottobre.

L’inquietante scenario delle gravidanze dopo gli stupri

Dati ormai certi, a cui si sono aggiunte in seguito informazioni relative ad altre possibili violenze sessuali patite da donne ancora incluse fra i 136 israeliani tenuti in ostaggio a Gaza. Sul punto, allora, l’agenzia di stampa sottolinea che, a questo punto, «ad accrescere le preoccupazioni negli ambienti sanitari si aggiungono le condizioni igieniche degradate di quelle detenzioni, con la possibilità che si sviluppino infezioni pericolose per la salute delle donne-ostaggio».

Noa e le altre nelle mani di aguzzini spietati

Non solo. Oltre a questo, va considerato l’aspetto psicologico devastante di una gravidanza dovuta ad uno stupro in quelle circostanze. Uno stupro – ha sottolineato la professoressa Tal Biran, del Centro medico Meir di Kfa Saba (Tel Aviv), «compiuto da un terrorista assassino», nelle cui mani sono ancora trattenute a forza molte giovani donne. Noa Argamani compresa…

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