Incentivi e aiuti, ma il manager Stellantis (da 64mila euro al giorno…) non ringrazia la Meloni

25 Gen 2024 8:50 - di Lucio Meo

Qualche dettaglio interessante sul “modus operandi” del supermanager del gruppo Stellantis, il portoghese Carlo Tavares, lo svela questa mattina il “Corriere della Sera“, in un articolo nel quale ripercorre le tappe più interessanti della sua carriera, nella quale una costante sono – a parte i superstipendi (nel 2022 un salario di 23 milioni e mezzo di euro, pari a 64 mila e 328 al giorno) – anche gli scontri con i governi. Come accadde con quello francese di Macron, che accusò Tavares di voler spostare alcune linee produttive in Italia, pensate un po’, come fa oggi la Meloni, salvo poi farle restare in Francia dove il gruppo ha anche la sede legale, alla faccia dell’italianità.

Il manager Stellantis  Carlo Tavares e gli incentivi del governo Meloni

Dopo le accuse di aver cercato di favorire i cinesi, nelle aggregazioni tra Citroen e Peugoeot, “Carlos Tavares però è rimasto, capo di Psa e poi di Stellantis, sempre più potente, sempre pronto a giocare di sponda tra i Paesi pur di fare gli interessi dell’azienda… Dopo essere stato corteggiato da Volkswagen e Astor Martin subito dopo l’addio a Renault, Tavares è numero uno, magari non di General Motors ma del gigante Stellantis, dalla sua nascita nel 2021. A capo di un gruppo multinazionale, Tavares non esita a fare arrabbiare a turno i governi dei singoli Paesi – scrive il “Corriere” – che pensano di avere un diritto di prelazione e voce in capitolo. Nel luglio scorso, al ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire che gli chiedeva di mostrare patriottismo e portare in Francia la produzione dei piccoli veicoli elettrici come la Peugeot e-208, Tavares rispose senza esitazioni che invece l’intenzione di Stellantis era chiaramente quella di produrre più modelli negli stabilimenti italiani, a cominciare da quello di Melfi nel Sud del Paese. Erano i giorni in cui si favoleggiava di una valorizzazione del ‘fascino del made in Italy’ anche nell’automobile… Ma intanto quella di Douvrin, in Francia, è stata già inaugurata. E tocca all’Italia adesso sentirsi messa nell’angolo”.

Il gruppo che produce Fiat incassa ma non è mai abbastanza

Il governo, però, al supermanager e al suo gruppo ha già concesso incentivi per tutelare gli investimenti, peccato che Tavares non ringrazi. “In questo momento stiamo investendo moltissimo nelle tre gigafactory europee, di cui una è in Italia a Termoli, dove stiamo trasformando lo stabilimento in una gigafactory. E cosa otteniamo? Critiche. Non credo che i dipendenti italiani lo meritino”, insiste il manager. Tavares  critica il ritardo e la scarsità di mezzi messi a disposizione da Palazzo Chigi. “Chiediamo al governo da nove mesi di sostenerci nella produzione di veicoli elettrici. Se vogliamo raggiungere il traguardo di un milione di veicoli prodotti, dobbiamo avere sostegni alla produzione. Vorrei ringraziare il governo che lancerà a febbraio i nuovi incentivi, ma abbiamo perso nove mesi….”. Per la serie, chiagni e incassa.

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