In Italia corsi per contadini africani: l’iniziativa della Coldiretti in linea con il piano Mattei del governo

9 Gen 2024 13:11 - di Leo Malaspina

Al via i primi corsi di formazione in Italia per operatori africani con l’obiettivo di promuovere i mercati dei contadini per la valorizzazione dell’attività agricola e per combattere l’insicurezza alimentare che nel mondo colpisce più chi vive nelle zone rurali. Lo rileva Coldiretti, osservando che l’iniziativa realizzata da Fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti e dalla World Farmers Markets coalition parte mentre alla Camera è iniziato l’esame del Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano a cui il progetto si ispira.

Il piano Mattei e i corsi di formazione per i contadini africani

Il progetto nasce per consentire al primo gruppo di africani di apprendere come ‘costruire’ dalla A alla Z un farmer market e superare il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia, per effetto delle speculazioni. Nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale si promuove dunque – precisa la Coldiretti – la realizzazione di una rete di farmers markets nell’area del Mediterraneo e dell’Africa che coinvolge come primi paesi l’Egitto, il Kenya, la Tunisia, il Libano e l’Albania.

Il sistema dei mercati diffusi mutuato dall’Italia

Il sistema di vendita diretta, che è una delle principali leve della “multifunzionalità”, ha ottenuto risultati economici significativi in Italia dove – ricorda la Coldiretti – c’è la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15mila agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. I mercati dei contadini non sono solo un luogo di commercio, negli anni infatti sono diventati dei veri e propri “laboratori”, centri di divulgazione del prodotto e, attraverso il contatto stretto con i consumatori, hanno favorito la diffusione di una corretta cultura alimentare fondata su qualità, sicurezza e legame col territorio. Un elemento fondante di un nuovo rapporto tra aree rurali e urbane che vede nello sviluppo di sistemi locali del cibo la possibilità di superare le contraddizioni di una dieta alimentare globale, dalla perdita della biodiversità alla crescente insicurezza alimentare nel sud del mondo fino al costante abbandono delle campagne. Una opportunità unica per Paesi fragili che – continua la Coldiretti – non sono riusciti a mettere a reddito le loro preziose miniere agricole”.

 

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