In farmacia boom di vendite di test casalinghi: nel post-Covid gli italiani sono diventati più ipocondriaci

10 Gen 2024 12:54 - di Redazione

Non solo tamponi ‘fai-da-te’ per la diagnosi del Covid-19. Dopo la pandemia vi è stata un’impennata di vendita di test fai da te con i quali i consumatori tengono sotto controllo la propria salute.

Come noto, nelle farmacie italiane si possono trovare spesso interi scaffali dedicati ai test casalinghi per ricercare e diagnosticare, con una percentuale variabile di attendibilità, un’ampia varietà di patologie e condizioni. Prodotti che, come nel caso dei test per la diagnosi dello streptococco (+3.740% di pezzi venduti fra gennaio e novembre 2023, pari a 682.753 unità), così come quelli per la menopausa (+171% in un anno), i livello di ferro (+138%), la ricerca di sangue occulto nelle feci (349%) o le disfunzioni della tiroide (+291%), hanno fatto registrare un vero e proprio boom di vendite nel primo anno post-pandemia.

A evidenziarlo è un’indagine sui dati di sell-out condotta per ‘Quotidiano Sanità’ da Pharma Data Factory (PDF), che vanta la banca dati più puntuale ed estesa del mercato, con il 95% di farmacie monitorate e una rilevazione dei consumi reali di farmaci e altri prodotti in Italia.

“Complice proprio l’esperienza della pandemia, che ha lasciato in eredità a tutti noi una maggiore dimestichezza con questi strumenti, l’uso che in Italia si fa anche di altri test, come quelli per la misurazione dei livelli di alcool (+4% unità vendute in un anno) e droghe (+22%) nel sangue, di fertilità/gravidanza (+22%), per rilevare la glicemia (+7%), l’helicobacter pylori (+66%), infezioni vaginali/urologiche (+69%), i livelli di vitamina D (+99%), l’HIV (+13%), intolleranze/allergie (+48%), risulta dunque sempre più consistente. In calo invece l’utilizzo di test dell’ovulazione (-13% in un anno), per la gotta (-23%), per la dislipidemia (-74%)”, riporta ‘Quotidiano Sanità’.

“I tamponi per il Covid sono ancora oggi i più numerosi in termini di scelta sugli scaffali, con 762 diverse varietà acquistabili in farmacia, per un totale di oltre 11,4 milioni di pezzi venduti nel corso del 2023 (gennaio-novembre, 5.704.617 solo nel trimestre settembre-ottobre-novembre), numeri che però risultano in calo del 79% rispetto all’anno precedente e del 43% sul trimestre – si legge – Cifre che corrispondono al rallentare dell’emergenza legata al coronavirus e alle regole oggi molto meno stringenti rispetto al picco pandemico del 2020-2021”.

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