Giù le mani dal Beato Angelico, Londra blocca un suo capolavoro venduto all’asta: non può finire all’estero

10 Gen 2024 13:53 - di Prisca Righetti
Beato Angelico

Il governo britannico non vuole che un capolavoro del Beato Angelico lasci l’Inghilterra e l’Europa. Così, nella speranza che una galleria o un’istituzione britannica lo acquisti, il ministero della Cultura ha bloccato in extremis l’esportazione del dipinto ascritto ai capolavori dell’artista italiano. Pittore illuminato, beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982, anche se già dopo la sua morte era stato chiamato Beato Angelico sia per l’emozionante religiosità di tutte le sue opere. Che per le sue personali doti di umanità e umiltà. L’opera in questione, nota come “La Crocifissione con la Vergine, San Giovanni Battista e Maddalena ai piedi della Croce“, è stata battuta all’asta da Christie’s a Londra lo scorso luglio. E aggiudicata per l’astronomica cifra di 5.001.000 sterline (pari a 6.351.270 dollari).

Beato Angelico, il governo britannico blocca l’export di un suo capolavoro venduto all’asta

Una somma da capogiro che ha stabilito il nuovo record d’asta per un’opera del frate domenicano. Ma – stima economica e inestimabile valore artistico a parte – dopo la vendita è scattata la corsa al divieto di esportazione. Un provvedimento imposto dal ministero della Cultura, nella speranza che possibili acquirenti di gallerie o istituzioni governative si facciano avanti. Evitando in tal modo che il quadro finisca all’estero. Pertanto, la decisione di concedere o meno la licenza di esportazione per l’opera del Beato Angelico è stata rinviata al 7 aprile, in modo da dare tempo ai potenziali compratori “istituzionali” di meditare e proporsi con una trattativa d’acquisto. A quel punto, i proprietari dell’opera avranno 15 giorni lavorativi per valutare eventuali offerte.

Il diktat istituzionale per evitare che l’opera finisca all’estero

Sul dipinto del Beato Angelico, che rientra nel primo Rinascimento fiorentino, e datato all’incirca intorno al 1420, è dunque arrivato il veto di lasciare Londra. A spiegare motivi e aspettative legate al divieto disposto dal ministero della Cultura ha provveduto allora il ministro Stephen Parkinson. Il quale, sull’opera del Beato Angelico interessata dallo stop del governo britannico, ha dichiarato: «Questa bellissima opera di un artista così importante del primo Rinascimento rappresenta un momento chiave nella storia della pittura europea». Non solo. Dopo aver aggiunto il rammarico legato al fatto che il dipinto che si trova nel Regno Unito da due secoli, ora rischia di essere spedito all’estero dopo l’aggiudicazione all’asta, ha anche sottolineato come la decisione di ordinare il divieto di export segue il parere di una commissione indipendente. Commissione che ha rilevato che il dipinto potrebbe «costituire un’importante aggiunta» a una collezione pubblica. Motivo per cui, pertanto, «dovrebbe essere fatto ogni sforzo» per acquisirlo.

Beato Angelico, la speranza di Londra è che una galleria o un’istituzione britannica acquistino il suo dipinto

Argomentazioni “istituzionali”, quelle del ministro, a cui si sono aggiunte in seconda battuta le motivazioni espresse dal membro della commissione Christopher Baker. Quest’ultimo, infatti, in un comunicato ha rilevato come «Beato Angelico è stato uno dei grandi innovatori nell’evoluzione dell’arte fiorentina del primo Quattrocento. Quest’opera devozionale, profondamente commovente. Con le sue delicate armonie cromatiche e le sue figure profondamente ponderate ed espressive, dimostra la forza duratura dei suoi risultati». Una eternità dell’arte a cui il governo britannico non ha intenzione di rinunciare.

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