Ferrara contro l’antifascismo delle terrazze: “La cultura di destra può chiedere e ottenere rispetto”
Rispettare la destra. Basta dunque con le inconcludenti invettive contro i “predatori” che rubano posti alle magnifiche menti di sinistra. Un atteggiamento che mortifica chi lo fa. Oggi sul Foglio è Giuliano Ferrara a sottolineare un dato che nelle terrazze progressiste non viene tenuto in nessun conto. “La destra – scrive Ferrara – anche se per l’egemonia se ne parlerà eventualmente tra vent’anni, può chiedere e ottenere rispetto e curiosità per quel che è o potrebbe essere, per quel che possono rappresentare nel sistema del potere culturale nuove generazioni di intellettuali e maschere di un impianto di sensibilità non comune e non prevalente fino a ora”.
Cercate di essere curiosi per ciò che non è roba vostra, è il suggerimento di Ferrara alla sinistra esagitata e tutta presa da ira funesta verso la destra “famelica”. E poi la sinistra riconosca “che il suo primato indubitabile non è sempre radicato nell’eredità migliore del passato europeo e italiano”. E riconosca infine che c’è un diritto a “esistere” per la destra politica e culturale senza adottare i “modi della zuffa”.
Non è la prima volta che Ferrara spende parole sagge sull’antifascismo isterico, come quando elogiò la partecipazione di Giorgia Meloni all’assemblea della Cgil: “Una Meloni perfetta, una Cgil composta e gentile nell’accoglierla e nell’applaudirla senza un’enfasi che sarebbe sembrata insincera. Che volete che vi dica e che ve lo dico a fare? Io me ne sto saldamente dentro e fuori la mia personale e di gruppo Ztl, ma quel che è vero è vero”. Una scena non rovinata da “quattro fischi in dissenso” e dal canto di Bella ciao. Tempi lontani. Adesso c’è il muro contro muro e la voglia di nuova resistenza. Una sirena cui gli intellettuali di sinistra non sanno resistere.