Borse di studio con criteri nazionali: il piano del governo per favorire il merito e i bassi redditi
Coprire tutte le borse di studio per gli studenti che ne hanno diritto e raggiungere così tutti i meritevoli. Che, senza un sostegno economico, non riescono a portare avanti gli studi. Annunciato in conferenza stampa dal premier Meloni, il governo sta mettendo a punto un imponente piano di borse di studio nazionali. Il piano mira a supportare studenti meritevoli con condizioni di reddito insufficienti per proseguire gli studi. Si tratta di finanziamenti che arrivano a livello nazionale dallo Stato. Un piano complessivo che va a coinvolgere tutti gli studenti, dagli alunni di 13 anni fino agli universitari. Una notizia che il sito OrizzonteScuola notizie pubblica con grande rilievo.
Diritto allo studio: il piano del governo per borse di studio nazionali
Si tratta di finanziamenti dallo Stato, mentre allo stato attuale il sostegno agli studenti fino al diploma viene regolato da Regioni e Comuni: in base alle loro disponibilità. E consiste in borse di studio legate al reddito, ma anche buoni libri; per il trasporto scolastico e per i più piccoli i servizi di pre e post scuola. La criticità è proprio questa dipendenza dalle casse degli enti locali, a causa delle maggiori criticità di alcune Regioni: spostare il piano a livello nazionale permetterebbe di appianare le differenze, con opportunità uguali per tutti ed eventuali servizi locali aggiuntivi.
Borse di studio con criteri nazionali dai 13enni agli universitari
Si tratta di un progetto per valorizzare il merito e contrastare la dispersione scolastica: in Italia infatti è ancora ben presente l’abbandono precoce della scuola: visto che il 12% della popolazione tra 18 e 24 anni ha raggiunto al massimo la terza media, con una forte disparità tra regioni e uno svantaggio pesante nel Mezzogiorno: visto che in Sicilia si arriva al 21%- rileva il Messaggero– C’è poi il sostegno agli universitari, soprattutto quelli alle prese con l’aumento della spesa per affitti e bollette: in base ai voti e al reddito, meriterebbero la borsa di studio qualora risultassero idonei. Il problema è che non la prendono perché mancano i fondi.
Oggi penalizzato chi risiede in regioni critiche
Su questo stato di cose c’è stato un primo intervento lo scorso anno: «Nel 2023 – ha spiegato la ministra all’Università e ricerca Anna Maria Bernini al Messaggero – abbiamo stanziato 17 milioni di euro per eliminare l’odiosa figura degli idonei non beneficiari di borsa di studio; coprendo, per la prima volta, tutti gli aventi diritto». Risorse provenienti per circa 7,5 milioni dal ministero dell’economia, e per 10 milioni da risorse recuperate dal ministero dell’università e della ricerca da finanziamenti del Pnrr. Lo scorso anno è aumentato anche il valore delle singole borse: con risorse raddoppiate che hanno raggiunto i 36 milioni. «Si tratta di un impegno molto importante – ha piegato Bernini – che valorizza il diritto allo studio nel nostro Paese e che ora il presidente del Consiglio intende ulteriormente rafforzare. Il nostro obiettivo è quello di fornire alle studentesse e agli studenti i mezzi più idonei per coltivare il proprio talento. È uno sforzo che deve vedere tutti coinvolti, dal governo alle Regioni cui spetta un ruolo fondamentale sul diritto allo studio».