14enne ucciso a Montecompatri, fermato un secondo uomo: si nascondeva a casa di una zia a Treviso
Le indagini sul 14enne ucciso a a Montecompatri accelerano: c’è un secondo uomo fermato per l’omicidio di Alexandru Ivan, avvenuto nel parcheggio della metro Pantano, nella periferia est della capitale. Si tratta del 30enne Dino Petrow, irreperibile fino a ieri dagli istanti immediatamente successivi al delitto. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e di Treviso hanno eseguito il secondo fermo, emesso dalla Procura di Velletri. Il fermato, che si era allontanato subito dopo l’omicidio, si trovava nell’abitazione di una zia a Treviso. L’uomo, a quanto risulta al momento – e riferisce il sito del Tgcom24 – avrebbe alle spalle precedenti per reati contro il patrimonio, armi e droga.
Montecompatri, 14enne ucciso: fermato un secondo uomo. Si era nascosto in casa di una zia a Treviso
Dunque, trovato e fermato anche Dino Petrow, 30 anni, l’uomo che subito dopo il delitto aveva fatto perdere le sue tracce. I carabinieri al lavoro sul caso lo hanno stanato nell’abitazione della parente a Treviso, dove si nascondeva. Va delineandosi sempre più, dunque, il quadro della vicenda che il 13 gennaio scorso ha lasciato sul selciato un ragazzino: una morte di cui resta da capire chi abbia materialmente esploso i colpi che hanno ucciso Alex. Ripercorriamo a grandi linee la vicenda, sulla quale gli inquirenti stringono il cerchio, snodando una matassa fitta e intricata.
Si tratta di Dino Petrow, accusato dell’omicidio di Alexandru Ivan
La sera dell’omicidio, la vittima si trovava insieme al compagno della madre l’interno di un bar in via Casilina. Durante la serata, sarebbe scoppiata una lite tra quest’ultimo, un 29enne di origine romana, e un giovane originario dell’est Europa. Dopo essersi allontanato dal bar insieme al ragazzino, il patrigno di Alexandru ha avuto vari contatti telefonici con un 24enne (che non si trovava all’interno del bar) e che è stato poi il primo a essere fermato per l’omicidio del ragazzino. Il patrigno, con tutta probabilità, si è quindi recato a un appuntamento, accompagnato da Alexandru e da altri familiari, ma dopo l’arrivo del gruppo sono partiti alcuni colpi di pistola da un’auto. Uno di questi ha raggiunto il 14enne, stroncato dai proiettili esplosi.
14enne ucciso a Montecompatri: la vicenda
Oggi, dopo il fermo di un 24enne originario dell’Est Europa eseguito nella notte dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Frascati sulla base del provvedimento emesso dalla procura di Velletri, perché «gravemente indiziato» dell’omicidio di Alexandru Ivan, il nuovo arresto che stringe il cerchio degli inquirenti sulla vicenda. Una storia di sangue e di morte, che proprio ieri si era aggiornata al fermo di Corum Petrov, il 24enne che si era presentato dai Carabinieri, accompagnato da due avvocati di fiducia. Dopo gli assolvimenti del caso allora – il decreto di fermo è stato emesso dopo l’interrogatorio – l’uomo è stato portato al carcere di Velletri.
Ieri, fermato un 24enne dell’est Europa
Il sospettato 24enne, Corum Petrov, originario dell’est Europa fermato dai carabinieri di Frascati, dopo che si era presentato in caserma con i suoi avvocati, ha spiegato durante la sua deposizione che non era presente nel bar venerdì sera al momento della lite tra il compagno della madre di Alex e un altro ragazzo. Non solo. L’uomo ha anche aggiunto di non essere stato lui a sparare ad Alexandru, e di aver solo organizzato per telefono, chiamando il patrigno della vittima, l’incontro chiarificatore degenerato in sparatoria.
L’accusa al cugino ricercato (e fermato oggi)
Il killer, secondo quanto riferisce sul caso anche il sito di Rainews, sarebbe il cugino del 24enne fermato che si è costituito ieri. Ossia, «il presunto sicario», ricercato con l’accusa di omicidio e rintracciato a Treviso, mentre la persona fermata, già sottoposta a fermo indiziario di delitto da parte della procura della Repubblica di Velletri, è accusata di concorso in omicidio.
14enne ucciso a Montecompatri, il punto sulle indagini
Perché nell’auto da cui sono partiti i colpi che hanno ucciso Alex c’erano anche altre tre persone. Due sono da identificare. La quarta, che era già stata identificata, e aveva partecipato anche alla lite all’interno del bar nella quale era stato coinvolto il patrigno di Alex, si era resa irreperibile. Ricercata fin dai momenti successivi all’omicidio del ragazzino, sarebbe il secondo uomo rintracciato e fermato oggi a Treviso.