“Una battuta, presidente”: attese, notizie e inciuci di due cronisti “appostati” sotto il palazzo di Berlusconi

17 Dic 2023 12:19 - di Luca Maurelli

“State aspettando che escano le bambine?”. Sul web circola ancora un curioso video in cui Fabio Volo, transitando davanti Palazzo Grazioli nei giorni caldi degli scandali e delle battute su veline, Bunga Bunga e cene eleganti, fulminò i cronisti che aspettavano Berlusconi con un perfido paragone tra loro e i genitori che attendono le figlie all’uscita di scuola. Cattiva, come battuta, ma ci stava, da un comico oggi diventato best seller e conduttore radiofonico. Tra quel drappello di giornalisti, forse, c’erano anche Vittorio Amato e Giovanni Lamberti, professione cronisti “di strada” che le “battute”, tra serio e faceto, le hanno raccolte per anni direttamente dal leader di Forza Italia, con virgolettati rigidi, come da precetti giornalistici di agenzia.

Due cronisti parlamentari e un palazzo storico nel centro di Roma

Le battute di Silvio Berlusconi, invece, cattive non lo erano, sincere sì, divertenti, spesso, sfrontate, sempre. Perché il Cavaliere sapeva comunicare confidenza e feeling a tutti, anche a chi lo seguiva per lavoro spesso dalla mattina alla sera, e lo aspettava a volte ore sotto la sua residenza romana, a due passi dal balcone dove si affacciava Mussolini, a tre passi dal luogo dove fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro, al civico 102 di via del Plebiscito, nome che simbolicamente coincideva con il consenso nei confronti dell’ex premier e presidente del Milan negli anni migliori della sua carriera politica. All’esterno di quel Palazzo, sullo strapuntino di un marciapiede divisorio, o subito all’interno, nel cortiletto, quando la sicurezza lo consentiva, o in una delle stanzette iniziali adibite a sala stampa che sovrastano le antiche cantine dell’edificio, sono state raccolte “battute” politiche serie, talvolta storiche, così come inciuci e storielle divertente del Cav, nelle lunghe ore di “guardia” per identificate gli ingressi e le uscite che potevano esse stesse essere delle notizie stellate da lanciare in rete.

“Una battuta, presidente”: un libro verità su Berlusconi, leggero, anzi no

C’è il Berlusconi più vero, tra pregi e difetti, nel libro dei due redattori parlamentari Vittorio Amato (Adnkronos) e Giovanni Lamberti (Agi), “Una battuta, presidente. I ragazzi di via del Plebiscito: quella volta che il Cavaliere… (Marlin Editore, pp.208, 17 euro)  hanno dato le stampe a pochi mesi dalla morte del Cavaliere, che aveva lasciato quella residenza – che era stata anche di Franco Zeffirelli  e prima ancora di prestigiose famiglie aristocratiche romane – nel 2019, per una villa più defilata (ma non meno lussuosa) sull’Appia Antica. Le battute, spesso, erano sulla politica, raccolte e interpretate dai cronisti, altre volte delle vere e proprie barzellette, anche su amici eccellenti, tanto sui rapporti personali, soprattutto con Putin, che Palazzo Grazioli ospitò nel suo “lettone” e su cui fioccavano le storielle di Berlusconi.
Una di esse, come ha confessato recentemente La Russa, gliel’aveva suggerita lui, ma non era autorizzato a dirlo in pubblico, il Cavaliere teneva alla riservatezza delle “fonti”, come per la storiella sulla cena di Putin nella quale Sarkozy ruba una posata preziosa…
Non c’è faziosità, indulgenza, complicità o tifo, nei racconti dei due giornalisti, ma affetto, sicuramente sì. Ci si affeziona anche ai politici con i quali si condivide la giornata, e talvolta perfino qualche confidenza, e a “tumulazione” avvenuta” gli si può anche dedicare un ricordo che sembra leggero, come il libro di Lamberti e Amato, ma che leggero non è, proprio come Berlusconi.

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