“Una battuta, presidente”: attese, notizie e inciuci di due cronisti “appostati” sotto il palazzo di Berlusconi
“State aspettando che escano le bambine?”. Sul web circola ancora un curioso video in cui Fabio Volo, transitando davanti Palazzo Grazioli nei giorni caldi degli scandali e delle battute su veline, Bunga Bunga e cene eleganti, fulminò i cronisti che aspettavano Berlusconi con un perfido paragone tra loro e i genitori che attendono le figlie all’uscita di scuola. Cattiva, come battuta, ma ci stava, da un comico oggi diventato best seller e conduttore radiofonico. Tra quel drappello di giornalisti, forse, c’erano anche Vittorio Amato e Giovanni Lamberti, professione cronisti “di strada” che le “battute”, tra serio e faceto, le hanno raccolte per anni direttamente dal leader di Forza Italia, con virgolettati rigidi, come da precetti giornalistici di agenzia.
Due cronisti parlamentari e un palazzo storico nel centro di Roma
Le battute di Silvio Berlusconi, invece, cattive non lo erano, sincere sì, divertenti, spesso, sfrontate, sempre. Perché il Cavaliere sapeva comunicare confidenza e feeling a tutti, anche a chi lo seguiva per lavoro spesso dalla mattina alla sera, e lo aspettava a volte ore sotto la sua residenza romana, a due passi dal balcone dove si affacciava Mussolini, a tre passi dal luogo dove fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro, al civico 102 di via del Plebiscito, nome che simbolicamente coincideva con il consenso nei confronti dell’ex premier e presidente del Milan negli anni migliori della sua carriera politica. All’esterno di quel Palazzo, sullo strapuntino di un marciapiede divisorio, o subito all’interno, nel cortiletto, quando la sicurezza lo consentiva, o in una delle stanzette iniziali adibite a sala stampa che sovrastano le antiche cantine dell’edificio, sono state raccolte “battute” politiche serie, talvolta storiche, così come inciuci e storielle divertente del Cav, nelle lunghe ore di “guardia” per identificate gli ingressi e le uscite che potevano esse stesse essere delle notizie stellate da lanciare in rete.
“Una battuta, presidente”: un libro verità su Berlusconi, leggero, anzi no
C’è il Berlusconi più vero, tra pregi e difetti, nel libro dei due redattori parlamentari Vittorio Amato (Adnkronos) e Giovanni Lamberti (Agi), “Una battuta, presidente. I ragazzi di via del Plebiscito: quella volta che il Cavaliere…“ (Marlin Editore, pp.208, 17 euro) hanno dato le stampe a pochi mesi dalla morte del Cavaliere, che aveva lasciato quella residenza – che era stata anche di Franco Zeffirelli e prima ancora di prestigiose famiglie aristocratiche romane – nel 2019, per una villa più defilata (ma non meno lussuosa) sull’Appia Antica. Le battute, spesso, erano sulla politica, raccolte e interpretate dai cronisti, altre volte delle vere e proprie barzellette, anche su amici eccellenti, tanto sui rapporti personali, soprattutto con Putin, che Palazzo Grazioli ospitò nel suo “lettone” e su cui fioccavano le storielle di Berlusconi.
Una di esse, come ha confessato recentemente La Russa, gliel’aveva suggerita lui, ma non era autorizzato a dirlo in pubblico, il Cavaliere teneva alla riservatezza delle “fonti”, come per la storiella sulla cena di Putin nella quale Sarkozy ruba una posata preziosa…
Non c’è faziosità, indulgenza, complicità o tifo, nei racconti dei due giornalisti, ma affetto, sicuramente sì. Ci si affeziona anche ai politici con i quali si condivide la giornata, e talvolta perfino qualche confidenza, e a “tumulazione” avvenuta” gli si può anche dedicare un ricordo che sembra leggero, come il libro di Lamberti e Amato, ma che leggero non è, proprio come Berlusconi.