“Se non ti sposi fai la fine di Saman”, a Novellara si rinnovano scempio e paura per una 20enne pachistana
«Se non ti sposi fai la fine di Saman». Lo scempio di minacce e terrore si rinnova proprio a Novellara, sempre su una ventenne di origini pachistane. L’orrore del precedente della 18enne di origini pachistane per il cui omicidio sono stati condannati all’ergastolo i genitori Shabbar Abbas e la moglie Nazia Shaneen, torna a ripetersi. Sempre in quella cittadina del Reggiano. E sempre nel contesto di una famigli di immigarti che avrebbero voluto costringere la figlia 20enne a nozze combinate con un cugino.
“Se non ti sposi fai la fine di Saman”: l’orrore si ripete a Novellara
Sì, perché è proprio con la minaccia del tragico epilogo inflitto a Saman Abbas che il padre minacciava una ragazza poco più che ventenne, che viveva a Novellara, nel Reggiano, dove viveva la famiglia di Saman. La giovane pakistana abitava nella stessa casa con il padre, la moglie del padre e i fratelli nati dal secondo matrimonio del genitore. Un drammatico contesto in cui a orrore si aggiunge orrore: la madre naturale della ragazza, infatti, sarebbe stata uccisa in Pakistan quando lei era appena nata. Secondo quanto emerso dalle indagini, la giovane non era libera di uscire di casa. Di cercarsi un lavoro. O di avere un seppur minino contatto con il mondo esterno.
Le inquietanti similitudini con il caso di Saman
E le drammatiche similitudini, purtroppo, non finiscono qui. Alla ventenne, proprio come a Saman, sarebbe stato impedito di proseguire gli studi interrotti proprio in occasione dell’esame di terza media. E sempre per volontà del padre. Le dicevano che era musulmana e che per questo doveva tenere comportamenti adeguati… Inoltre, le dicevano di non fidarsi degli assistenti sociali ai quali, di recente, la ragazza aveva confessato che il padre le aveva prospettato di partire per un viaggio in Pakistan.
La minaccia di un imminente viaggio in Pakistan…
Un viaggio che faceva paura alla ragazza perché nel 2021 era stata costretta dal padre a contrarre matrimonio a distanza con un suo cugino, che lei riteneva essere il figlio dello zio responsabile dell’omicidio della madre. Un decesso ufficialmente per cause naturali, su cui però – sin dall’infanzia – la giovane avrebbe nutritodubbi, alimentati dai racconti e dai sospetti… Un uomo, quello che la ventenne avrebbe dovuto sposare, a cui lei si era sempre rifiutata di unirsi fisicamente in matrimonio. E in merito al quale l’annuncio di quel viaggio imminente per il Pakistan aveva riacceso minacce e timori.
Il caso seguito da tempo dai servizi sociali e l’apertura di un fascicolo d’indagine
La vicenda, seguita dai servizi sociali da diverso tempo, ha visto quindi i carabinieri della stazione di Novellara in azione, procedendo nei confronti del padre 52enne, e della 37enne madre acquisita, entrambi di nazionalità pakistana, in ordine ai reati di maltrattamenti in famiglia. E ancora: gli inquirenti hanno attivato le procedure, indirizzate solo verso padre della giovane, in relazione anche al reato di costrizione o induzione al matrimonio.
Misure cautelari per il padre pachistano e la matrigna
La Procura reggiana, diretta dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci, ha immediatamente richiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dei due coniugi, della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Ha inoltre applicato ai due il braccialetto elettronico.