Putin: “La pace solo quando raggiungeremo i nostri obiettivi”. Kiev avverte sulla propaganda di Mosca
Nel corso della conferenza stampa di fine anno Vladimir Putin ha ostentato sicurezza sull’andamento della guerra in Ucraina e sulla condizione interna della Russia per la quale, ha detto, “si prevede che la crescita del Pil entro la fine dell’anno sarà del 3,5%, questo è un buon indicatore”. Ugualmente il presidente russo ha voluto offrire l’immagine di una Mosca dialogante, presente sullo scenario internazionale con le migliori intenzioni, anche nei confronti degli Usa che sono “un Paese importante e necessario”, ma “devono iniziare a rispettare gli altri”. Tutto, insomma, è stato orientato a restituire un’immagine di solidità, che trova una chiave di lettura nell’intervista rilasciata oggi a Repubblica dal capo del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Ucraina (Rnbo), Oleksiy Danilov, il quale ha messo in guardia dalle sirene della propaganda di Mosca in Occidente.
Putin: “Non serve una nuova mobilitazione, ogni giorno si arruolano 1500 uomini”
Putin nel “filo diretto con i russi” ha sostenuto che in Ucraina “non c’è bisogno di una nuova mobilitazione”. “Attualmente, ci sono 244mila persone mobilitate e si trovano nella zona operativa speciale: 41mila persone sono stati smobilitati per motivi di salute o per raggiunti limiti di età”, ha spiegato, aggiungendo che “sono già state reclutate sotto contratto con l’esercito russo 486mila persone”. “Ogni giorno – ha proseguito – mille e 500 uomini russi si arruolano nelle Forze Armate, il flusso di coloro che desiderano difendere la propria patria con le armi in mano non si ferma”.
“Gli obiettivi dell’operazione speciale non cambiano e la pace ci sarà solo quando li raggiungeremo”
“Gli obiettivi dell’operazione speciale non cambiano”, ha aggiunto Putin, sostenendo che “il compito di denazificazione dell’Ucraina rimane l’obiettivo”. “Ci sarà pace in Ucraina quando la Russia raggiungerà i suoi obiettivi”, ha quindi rivendicato, aggiungendo che “l’Ucraina non produce più quasi nessuna arma, tutto gli viene portato ‘gratuitamente’, ma questo omaggio sta finendo”. E, ancora, secondo la narrazione di Putin “le forze nemiche” hanno “fallito ovunque” nella loro controffensiva ed hanno concentrato i loro attacchi di artiglieria su una zona “molto ristretta” sulla riva sinistra del fiume Dnipro. “Stanno spingendo avanti la loro gente e quella gente verrà uccisa”, ha affermato, accusando Volodymyr Zelensky di incarnare una leadership politica “folle e irresponsabile”.
L’attacco agli Usa e la strizzata d’occhio a Cina e Turchia
Poi, dopo aver sostenuto che Mosca è pronta a ”pronta a costruire relazioni e a ristabilire relazioni” con Washington sebbene allo stato attuale non ci siano “le condizioni fondamentali” perché gli Usa “devono prima cominciare a rispettare gli altri”, Putin ha parlato di un “livello di cooperazione tra Russia e Cina è senza precedenti” e ha lodato il “ruolo chiave” di Erdogan nella crisi mediorientale. ”Il presidente Erdogan e io siamo già in costante contatto su questi temi. Abbiamo posizioni molto simili. Penso – ha detto il presidente russo – che potremo incontrarci”.
Il capo del Consiglio di sicurezza ucraino: “Mosca nasconde la verità con la disinformazione”
Benché ufficialmente rivolto alla popolazione russa, il discorso di Putin è indirizzato con una certa evidenza anche o forse soprattutto alla comunità internazionale, come parte di una strategia di propaganda che punta a destabilizzare il sostegno all’Ucraina. “È un momento molto difficile per noi. Ma non per le ragioni che pensa lei”, ha detto Oleksiy Danilov all’inviata di Repubblica Tonia Mastrobuoni che l’ha intervistato. “C’è un’enorme campagna mediatica in Occidente sul fatto che staremmo perdendo, mentre in Russia tutto andrebbe bene. Putin – ha sottolineato il capo del Rnbo – riesce a nascondere con la sistematica disinformazione una verità enorme: che i russi non vogliono combattere. Tanti russi dicono: Se vogliono la Crimea, che si difenda da sola. E la stessa cosa vale per gli altri territori occupati. Tutte queste bugie che recluteranno centinaia di migliaia di soldati, ma come si fa a crederci?”.
Per Danielov “la verità è che Putin ha già distrutto il Paese. Porterà la Russia al collasso. E molte repubbliche interne, il Daghestan, il Tatarstan, premono per liberarsi di lui, per rendersi autonome”. “C’è una sola cosa che fa andare avanti i russi: i soldi del petrolio e del gas. Non c’è nient’altro. Nessuna ideologia, nessun valore, nessuna religione. E se si riuscisse a buttare giù il prezzo, il problema della Russia si risolverebbe in quattro e quattr’otto”.