Prevenire le azioni di un partner violento: ecco i campanelli di allarme da non sottovalutare
Esistono delle ‘spie rosse’ che permettano di predire episodi di violenza del partner? E’ una domanda dolorosa che torna a tormentare l’opinione pubblica ogni volta che alla ribalta delle cronache finiscono episodi drammatici, come di recente il femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin.
Una nuova ricerca pubblicata su ‘Social Psychological and Personality Science’ indaga su questo fronte, provando a identificare alcuni segnali d’allarme che hanno preceduto e predetto la violenza del partner. Qualche esempio? Per gli autori, fra i possibili alert di abuso c’è un partner che si comporta in modo arrogante o presuntuoso, che reagisce negativamente davanti a un no come risposta a qualcosa che desidera, che ignora il ragionamento o la logica della persona con cui ha una relazione perché non è d’accordo. E i ricercatori hanno anche dimostrato che il numero di segnali di allarme che una persona sperimenta e la frequenza con cui li sperimenta predicono l’abuso.
“Sebbene siano necessarie ricerche future per comprendere appieno le associazioni tra segnali di allarme e abuso, queste spie potrebbero eventualmente essere utilizzate in interventi per aiutare le persone a imparare come evitare relazioni violente o supportare i propri cari che potrebbero essere a rischio di abuso”, afferma l’autrice principale dello studio, Nicolyn Charlot, della Western University, Canada. La violenza da parte del partner, fanno notare gli esperti, può avere gravi ripercussioni sulla salute fisica e psicologica. Ma, rilevano, ad oggi mancano ricerche su indicatori affidabili che permettano di prevedere il rischio di un episodio di abuso prima che si verifichi.
Ovviamente, puntualizza Charlot, sperimentare uno o due segnali di pericolo occasionalmente potrebbe non essere preoccupante, ma sperimentare più segnali di pericolo ripetutamente potrebbe esserlo. I ricercatori hanno presentato a 147 partecipanti allo studio un elenco di 200 pensieri, sentimenti e comportamenti violenti e non violenti sulla base di una revisione della ricerca esistente. I partecipanti hanno indicato la frequenza con cui ciascun elemento si era verificato da quando avevano iniziato a frequentare il proprio partner. In un secondo studio con 355 partecipanti, i ricercatori hanno identificato i segnali di allarme che hanno previsto la violenza 6 mesi dopo. Sulla base di queste analisi hanno tracciato un ‘identikit’, una griglia che potrebbe aiutare a capire l’inclinazione alla violenza.