L’ultima di Saviano: Salvini doveva cancellare gli impegni istituzionali per partecipare al suo processo

7 Dic 2023 16:40 - di Luciana Delli Colli
saviano salvini

Matteo Salvini non ha potuto partecipare all’udienza del processo per diffamazione nei suoi confronti che vede imputato Roberto Saviano. Il ministro ha presentato istanza di legittimo impedimento, poiché impegnato in una videoconferenza sugli investimenti sulle ferrovie in Calabria e successivamente in un pranzo di beneficenza a Milano con, tra gli altri, il premier Giorgia Meloni e il sindaco Giuseppe Sala. Circostanze che Saviano deve aver considerato come scuse approntate per evitare il processo, visto che ha sentenziato che “è evidente che Salvini sta scappando”.

La strana lettura che Saviano dà degli impegni istituzionali di Salvini

“È evidente che Salvini stia scappando. Mi sta portando a processo da 5 anni”, ha detto Saviano uscendo dall’aula al termine dell’udienza, quando è tornato a vestire i panni della vittima: “Le sue sono querele fatte per intimidire, mandare messaggi: un’azione preventiva contro chi reputa suoi nemici”. “Oggi ha mandato una dichiarazione in cui spiega che doveva presenziare una riunione in videocollegamento, dimenticando che lo poteva fare da Roma, e per un pranzo di beneficenza a Milano”, ha poi recriminato lo scrittore, dalle cui parole si deduce che gli impegni istituzionali del vicepremier dovrebbero passare in secondo piano rispetto al processo che lo vede imputato per aver definito Salvini “ministro della mala vita” sui social.

L’udienza rinviata al 10 luglio

Anche per i suoi legali, del resto, gli appuntamenti che hanno impedito a Salvini di partecipare al processo non configurerebbero legittimo impedimento: secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa LaPresse, infatti, l’avvocato di parte civile ha chiesto l’applicazione di una multa al ministro Salvini, ritenendo la sua assenza non supportata da validi motivi. Non la pensa così il giudice, che ha accolto l’istanza di Salvini e rinviato l’udienza davanti al Tribunale monocratico al 10 luglio, quando oltre al ministro saranno ascoltati anche altri testi.

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