La gufata finale di Repubblica: Meloni come Biden, il suo stato di salute mette a rischio il governo del Paese
Siccome non possono più gufare sul Pnrr e neanche sulla manovra, si arriva all’articolo più menagramo che possa essere scritto. Quello che infilza l’avversario seminando dubbi sulla sua “integrità fisica”. Il campionario jettatorio si può leggere oggi su Repubblica. Titolo: l’agenda Meloni segnata dai malanni. La notizia la sanno tutti: il rinvio bis della conferenza stampa di fine anno causa otoliti.
Il cattivo gusto in questa occasione si è sprecato: da Giuseppe Conte che ha evocato addirittura una fuga di Meloni dalle domande dei giornalisti a un’intera puntata di Inonda su La7 tutta centrata sulla malattia della premier (sarà vera, sarà una scusa?) fino all’articolo di oggi che ha un avvio apocalittico.
“I casi di impegni annullati – si legge – per motivi di salute da parte di Giorgia Meloni da quando è diventata presidente del Consiglio rischiano di diventare un caso a sé. Non ovviamente perché ammalarsi sia una colpa, ma perché la piena integrità fisica è fondamentale per guidare un Paese e non a caso, ad esempio, negli Stati Uniti da mesi ormai va avanti il dibattito pubblico attorno allo stato di salute di Joe Biden e all’opportunità di una sua ricandidatura per i democratici”. Ora a parte il fatto che Giorgia Meloni è nata nel 1977 e Biden nel 1942, si sorvola allegramente sul fatto che nel caso di Biden sono gli stessi democratici a mettere in dubbio l’opportunità di una ricandidatura alla Casa Bianca perché “troppo vecchio”.
Inoltre, evocare la figura di una premier malaticcia quando la presidente del Consiglio ha avuto per tutto il 2023 un’agenda piena zeppa di incontri internazionali tanto da essere giudicata da Politico una delle leader più influenti d’Europa appare ridicolmente infantile.
Il pezzo si chiude non a caso con un passaggio degno del personaggio pirandelliano della novella La Patente. “In Nuova Zelanda giusto un anno fa la premier Jacinda Ardern annunciò le proprie dimissioni: «Ho finito le energie». Non sarà certo il caso di Meloni, tempra coriacea, nonostante l’anno a singhiozzo, come si suol dire in questo periodo, andrà meglio nel 2024”. Finita la lettura, gli scongiuri di rito sono d’obbligo.