Briatore ad Atreju: il turismo va insegnato alle elementari. Santanchè: questo governo è con le imprese
«Il turismo si deve insegnare alle elementari perché è la più grande azienda che abbiamo in Italia. Ma perché la gente non viene da noi? Ogni volta che cerchiamo di fare gli investimenti è una follia: permessi e contro-permessi, commissioni formate da gente che è contro le imprese. Tutte queste commissioni, enti e sigle, sono tutti contro. Loro sperano che tu non apra mai». Così Flavio Briatore intervenuto al dibattito “Italia stupor mundi: alla scoperta della bellezza” ad Atreju, alla presenza del ministro Daniela Santanchè, del sottosegretario di Stato al ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi e del presidente e Ceo di Starhotels group Elisabetta Fabri.
Briatore: dobbiamo puntare a servizi d’eccellenza per il turismo ricco
«Noi dobbiamo avere un turismo che lasci del denaro sul paese, un turismo ricco lascia indotto, un turismo povero porta via la roba a te», dice ancora l’imprenditore italiano. «Dobbiamo pensare che turismo vogliamo e semplificare tutto, gli alberghi devono essere ristrutturati. Abbiamo degli alberghi che fanno schifo in Italia», sottolinea. «Io che non vivo in Italia posso dare un giudizio di quello che la gente che non vive in Italia pensa di noi».
Santanché: dobbiamo recuperare l’orgoglio italiano
Un intervento al quale ha risposto subito dopo il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. «Io a Briatore dò ragione, perché sulla burocrazia siamo un Paese faticoso, ma Meloni lo ha detto, non disturbiamo i tanti imprenditori italiani capaci che abbiamo in Italia. Quello che però non ho sentito dire è l’orgoglio di essere italiano, la fierezza di essere italiani: quando andiamo in giro per il mondo ci guardano con meraviglia e ammirazione. E io divento una pantera – ha proseguito la Santanchè – quando torno in Italia e questa fierezza non la vedo più: vedo sempre raccontare che c’è un giardino accanto a noi che ha l’erba più verde».
Mazzi: nel 2024 puntiamo sui 60 milioni di italiani che vivono all’estero
Da parte sua, il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi ricorda il nuovo target: il turismo delle radici, cui sarà dedicato il 2024, “riguarda 60 milioni di italiani che vivono al di fuori dell’Italia e vale 8 miliardi di euro, ed è per questo che abbiamo candidato la cucina italiana a patrimonio dell’umanità”. “Il turismo delle radici – aggiunge Mazzi – è caratterizzato da persone che usano soltanto i social e vanno a ricercare, in periodi alternativi a quelli estivi, le zone d’origine dei loro progenitori. Sono attratti dai borghi dove sono nati i nonni e i bisnonni. A volte restano anche mesi spesso continuando a lavorare dall’Italia. Questo è un settore che dovremo curare molto nel futuro perché può generare molte opportunità professionali per il nostro Paese”.
“Valorizzare il turismo era nel programma di Fratelli d’Italia”
«Il governo Meloni ha dato grande spazio al turismo conferendogli la centralità che merita e che, prima di adesso, non aveva mai avuto», osserva Gianluca Caramanna, capogruppo di FdI in Commissione attività produttive della Camera. «Eppure, ancora adesso, ha un potenziale inespresso che questo governo, a guida Meloni, mira invece a valorizzare mettendo in rete, in connessione strategica, tutte le risorse per fare in modo che torni a essere la prima meta turistica al mondo e per 365 giorni all’anno. Perché questo avvenga occorre una visione. Quella visione che il governo ha. Lo dimostra il lavoro fatto dal ministro Santanchè che in un solo anno di governo ha già regolamentato la professione della guida turistica, dandole la dignità che merita, e il settore degli affitti brevi senza limitarlo. Valorizzare il turismo era nel programma di governo di Fratelli d’Italia e, come sempre – conclude Caramanna – le nostre non sono rimaste parole ma si stanno traducendo in fatti concreti».