Blitz al Cpr di Milano: cibo marcio e niente cure. FdI: un appalto da 4 milioni assegnato dal centrosinistra
Nel Cpr di via Corelli di Milano c’erano migranti gravemente malati considerati “idonei alla vita della comunità ristretta” ma in realtà non sottoposti a visita medica. E poi mancanza di medicinali, un presidio sanitario “gravemente deficitario” a cui si aggiungono, tra l’altro, camerate sporche, “bagni in condizioni vergognose” e “cibo maleodorante, avariato, scaduto”
A descrivere le condizioni del Cpr è la Procura di Milano nel decreto di ispezione video registrata, effettuata venerdì primo dicembre assieme a perquisizioni e acquisizioni di documenti nella struttura che ospita stranieri senza un regolare documento di soggiorno o destinatari di un provvedimento di espulsione e in attesa di essere rimpatriati. Struttura finita al centro di una inchiesta coordinata dai pm Giovanna Cavalleri e Paolo Storari con l’aggiunto Tiziana Siciliano, e condotta dalla Guardia di Finanza, nella quale sono indagati la società Martinina srl, con sede in provincia di Salerno, e i suoi due amministratori. Sospetti che andranno chiariti perché la società ha gestito anche il Cpr di Palazzo San Gervasio a Potenza e un centro a Taranto. Dal 2021-22 è al centro di denunce pubbliche ed esposti. La gara d’appalto era in capo alla Prefettura, aggiudicata alla società campana nell’autunno del 2022 per un valore di 4,4 milioni di euro. Per occuparsi di 72 migranti lo Stato eroga 40 euro al giorno a persona più 132 euro per il kit vestiti.
De Corato: Giù le mani dai Cpr, l’appalto di Milano è del precedente governo
Dopo il blitz, il capogruppo dem in Lombardia, Pierfrancesco Majorino, responsabile per le politiche migratorie del partito, ha attaccato il governo: «Da tempo chiedo la chiusura di questo Cpr. Siamo di fronte a un luogo dove crolla la cultura del rispetto dei diritti umani». Tuttavia, l’appalto è stato concesso dall’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dal centrosinistra. Inoltre, il Decreto Cutro varato dal governo Meloni ha introdotto una norma che in casi simili consente di subentrare nella gestione del Cpr senza che questo venga chiuso, dunque scongiurando i problemi anche di ordine pubblico che ne deriverebbero
Immediata la replica di Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera ed ex vicesindaco di Milano. «La sinistra in Lombardia, sfruttando l’inchiesta della procura milanese in merito al Cpr di via Corelli, vuole chiudere a livello nazionale tutti i centri di permanenza per i rimpatri, dimostrando ancora una volta la sua totale malafede e il suo distacco dalla realtà. I Cpr sono necessari per rimpatriare i migranti irregolari: se la gestione di uno di essi non è conforme alla legge bisogna intervenire sul soggetto appaltatore, punendolo legalmente laddove abbia compiuto reato, ma è inaccettabile pensare di sopprimere queste strutture. Il Cpr di via Corelli, l’unico in tutta la Lombardia, è gestito dalla Martinina Srl dal 10 ottobre 2022: tale appalto non c’entra dunque nulla con l’operato del governo. La procura ora sta svolgendo le sue indagini, com’è giusto che sia. La sinistra – conclude le dopo non aver fatto nulla per fermare gli sbarchi di centinaia di migliaia di clandestini negli ultimi anni, fa il suo solito sciacallaggio, confermando la sua distanza siderale rispetto alle istanze dei cittadini. Giù le mani dai Cpr».