Bari, parla il carabiniere che ha salvato la ragazza dal suicidio. Meloni: “Eroi in divisa”

27 Dic 2023 8:30 - di Gigliola Bardi
carabiniere bari

“Siamo solamente soddisfatti di aver salvato una vita e aver fatto il nostro lavoro”. Pasquale Rutigliani è il carabiniere, un brigadiere, che con il collega appuntato scelto Vincenzo Cespites la sera di Natale ha salvato una ragazza che stava tentando di suicidarsi, gettandosi dal cavalcavia di viale Kennedy a Bari. Una trentina di interminabili muniti, dieci dei quali trascorsi a tenere la ventenne per le braccia mentre era aggrappata alla ringhiera e aveva i piedi già penzoloni nel vuoto. “Può essere mia figlia, non la devo lasciare”, si è detto in quei momenti Rutigliani, 54 anni, che ora che tutto è finito si augura che la ragazza “stia bene, che superi le difficoltà e di rincontrarla presto”.

Giorgia Meloni: “Grazie a questi eroi i divisa”

Al brigadiere e ai suoi colleghi è arrivato anche il ringraziamento di Giorgia Meloni, che su X, rilanciando questa storia a lieto fine, ha parlato di “eroi in divisa”. Rutigliani, intervistato oggi dal Corriere della Sera, ha spiegato che non è la prima volta che gli capita di salvare qualcuno che ha intenti suicidi, ma “una dinamica del genere”, ha chiarito, non gli era mai capitata. “Ogni intervento è storia a sé, l’importante alla fine è portare a termine il lavoro e riuscire a salvare una persona che sta attraversando momenti difficili”. Anche nel colloquio con Nicolò Delvecchio, che firma l’intervista, il carabiniere ha fatto riferimento ai propri figli, che sono tre: “Da genitore so di averli resi orgogliosi. La più piccola è nell’Arma e ha la stessa età della ragazza che abbiamo salvato a Natale”.

Quei dieci interminabili minuti trascorsi a tenere la ragazza per le braccia

“Parlava poco, non ha detto cosa non andasse o perché si trovasse lì, ma all’inizio era molto determinata a lasciarsi cadere nel vuoto e diceva di non voler vivere più”, ha raccontato poi il brigadiere, parlando dei momenti sul cavalcavia. Per un buon quarto d’ora i carabinieri hanno continuato a parlarle, cercando di dissuaderla. “Poi quando si è aggrappata al cavalcavia con i piedi penzoloni nel vuoto, ci ha chiesto di aiutarla, diceva: non mi lasciare”. E così lui e il collega Cespites con una mano si sono ancorati alla ringhiera e con l’altra tenevano lei. “Una manovra molto complicata”, ha spiegato il brigadiere, ammettendo che “dopo un po’ non ce la facevamo più, ma abbiamo resistito con tutte le nostre forze”.

Nessuna spiegazione sul gesto, ma tanta riconoscenza per essere stata salvata

Poi “lo stallo si è interrotto quando sono arrivati i vigili del fuoco, che con una scala sono riusciti a recuperare la ragazza e trarla in salvo. A noi è rimasto un dolore alle braccia, che però è nulla rispetto all’orgoglio di aver salvato una vita”, ha concluso il carabiniere, che insieme al collega successivamente è andato in ospedale per assicurarsi che la ragazza stesse bene. “Ci ha visto passare, è uscita, ci ha abbracciato e ci ha ringraziato. È stato – ha commentato Rutigliani – un momento bello e gratificante”.

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