Nuovi guai per Sgarbi: paragonò Virginia Raggi a Ciancimino, chiesta una condanna di 4 mesi
Il pm di Roma ha chiesto una condanna a 4 mesi per Vittorio Sgarbi, attualmente sottosegretario ai Beni Culturali, accusato di diffamazione aggravata nei confronti di Virginia Raggi, ex sindaca di Roma, per alcune frasi pronunciate nella trasmissione tv Matrix il 21 febbraio del 2018, prima delle elezioni politiche. L’allora sindaca della Capitale, assistita dall’avvocato Alessandro Mancori, era accusata da Sgarbi per il previsto abbattimento di un edificio liberty in Piazza Caprera, nel quartiere Trieste.
Cosa disse Vittorio Sgarbi a Virginia Raggi
“L’annunciata distruzione di ville liberty a Roma, denunciata da me e da Italia Nostra per primi, conferma la più inquietante delle prospettive: la Roma di oggi è come la Palermo di Ciancimino – aveva detto Sgarbi – e il sindaco di Roma, distratto dalla difesa della città, è oggettivamente complice di questa azione criminale. M5S a Roma oggi è come la Democrazia cristiana a Palermo degli anni ‘70.Era meglio pagare una tangente per non fare la Nuvola di Fuksas. La Raggi per esempio, quel branco di disperati, non sono riusciti a vincolare le ville liberty del Quartiere Coppedè che verranno buttate giù per fare dei condomini. E’ come il sacco di Palermo. La Raggi è come Ciancimino”. La prossima udienza è prevista per il 30 gennaio.
Chi era il mafioso Vito Ciancimino
Vito Ciancimino, esponente della Democrazia Cristiana, venne eletto sindaco di Palermo nel 1970, ma dopo alcuni mesi fu costretto alle dimissioni a causa di indagini sul suo conto da parte della commissione parlamentare antimafia. Nel 1984, dopo le confessioni del collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone, fu arrestato per associazione mafiosa. Nel 1992 fu condannato in terzo grado a otto anni di reclusione per associazione mafiosa e corruzione