Non solo Sinner: il fenomeno del tennis è l’ultimo di una “dinastia” di rossi di successo. Ecco chi sono
Tutti pazzi per Sinner, l’ultimo giovane erede di una dinastia di rossi di successo. È lui il campione che ha portato gli azzurri alla conquista della Coppa Davis; è lui il talento straordinario che ci ha fatto riscoprire tutti tifosi e appassionati di tennis, e orgogliosamente italiani. È lui il “rosso” nazionale che ha smentito una volta per tutte il pregiudizio che la novella di Giovanni Verga – Rosso Malpelo – riecheggiava elevando al rango letterario maldicenze e dicerie popolari. Credenze smentite dal fenomeno altoatesino 22enne che sui campi di Malaga ha riconsegnato all’Italia dopo 47 anni la Coppa Davis.
Tutti pazzi per Sinner, il campione rosso che fa la differenza tra gli azzurri
Ma Jannick Sinner è solo l’ultimo di una lunga lista di stelle “rosse” di grande successo, che dal cinema alla musica, dall’arte alla politica, hanno segnato indelebilmente il racconto del nostro immaginario. Rossa era Rita Hayworth, divinità fragile e sensuale che ha incarnato il mito della femminilità audace quanto vulnerabile che, oltre a un corpo statuario, anche grazie a morbide onde di capelli dai colori delle foglie d’autunno, popolò i sogni erotici di milioni di uomini con la sua bellezza esplosiva in Gilda: pellicola cult del 1946. E che conquistò l’amore dell’Aga Khan, sposandolo e diventando “Sua Altezza”.
Anche il cinema celebra il mito dei capelli rossi
Dopo di lei, ma mai più nessuna come lei, altre rosse avrebbero popolato il grande schermo e regalato agli spettatori di tutto il mondo altre rosse esplosive: Nicole Kidman, Julia Roberts in versione Pretty Woman e la sofisticata Julianne Moore. Senza trascurare Jessica Rabbit, personaggio animato ispirato all'”atomica” Hayworth, e diventato celebre grazie a forme sinuose e a una battuta su tutte: «Non sono cattiva, è che mi disegnano così», entrata di diritto nella top five del film Chi ha incastrato Roger Rabbit?.
Da Rita Heyworth a Emma Stone, tutte le rosse esplosive del grande schermo
Prima di lei – sempre per restare nel mondo del racconto dedicato ai più piccoli – aveva fatto il suo debutto sul piccolo schermo Inger Nillson, protagonista della celeberrima serie tv Pippi Calzelunghe. Per venire a tempi più recenti, invece, sono Emma Stone, Emma Watson, Tilda Swinton fino a Marcia Cross, la Bree di Desperate Housewives, le eredi e detentrici attuali dello scettro color porpora che incorona successi e peculiarità somatiche della classica “rossa”.
Le stelle di casa nostra dalle chiome inconfondibilmente ramate
Non solo Sinner, non solo sport: ecco i rossi più famosi della musica
E se in musica il “rutilismo” ha un suo straordinario rappresentante in Antonio Vivaldi – che non a caso, per la sua capigliatura ramata era chiamato il “Prete rosso” – passando a tempi più recenti e al pop, non possiamo non ricordare Milva, la regina del canto dalle fluenti chiome rosse. Per la sua aggressività artistica Milva era soprannominata la “Pantera di Goro” e se fosse vissuta nell’antico Egitto, avrebbe confermato la credenza che i rossi fossero discendenti di Seth, dio della violenza e delle tempeste, dotati di maggior ferocia.
Mentre tra le artiste di casa nostra…
Potremmo proseguire ancora a lungo. Ma basterà ricordare le vaporoso chiome rosse di Orietta Berti, Ornella Vanoni, Rita Pavone. E giù, a scendere fino a talenti di più recenti acquisizione, come Chiara Galiazzo e Noemi. A fare loro capolino da oltre Manica, tra gli uomini, troviamo infine l’inglese Ed Sheeran, cantautore tra i più popolari del nuovo millennio, e degno successore di Mick Hucknail, leader dei Simply Red.
Rossi d’autore: Vincent Van Gogh. La storia in rosso: Federico Barbarossa
E dall’arte alla storia, se Vincent van Gogh è senza dubbio il rosso dell’arte per antonomasia. Rosso era anche il colore preferito di Tiziano – la Venere dell’Amor sacro e Amor profano della Galleria Borghese ha le chiome ramate – e del genio della secessione viennese, Gustav Klimt, che predilige le modelle dai capelli rossi per le sue opere, il padre di tutti i rossi non può comunque che essere lui: Federico I di Hohenstaufen, detto non per niente il “Barbarossa”.
Sinner, l’ultimo rosso di successo, il giovane erede di una lunga dinastia “doc”
Tutti simboli e portabandiera di un successo che sembra dar ragione a una credenza comune che vede nelle chiome ramate il segno di un temperamento fiero e implacabile. Considerando allora anche solo Jannick Sinner – da cui siamo partiti per la nostra divagazione sul tema – l’ultimo giovanissimo erede della genia rossa, potremmo mai negarne la veridicità?