Migranti, riecco l’imam di Catania: dopo aver inneggiato alla Apostolico, oggi sentenzia sul patto con l’Albania
Rieccolo pontificare sui migranti: è sempre lui, l’imam di Catania Abdelhafid Kheit, tornato alla carica per dare consigli al governo su come gestire flussi inarrestabili e immigrazione clandestina. «Non penso che l’accordo con l’Albania sia la misura giusta per affrontare la crisi migratoria per tanti motivi», ha sermoneggiato il predicatore islamico di stanza in Sicilia interpellato dall’Adnkronos. Aggiungendo a stretto giro: «In primis non scioglie il nodo dei rimpatri dei migranti». Quindi, sentenziando in calce: «L’Europa, compresa l’Italia, ha fallito nel trovare un accordo con i Paesi di provenienza e con quelli di transito per impedire i viaggi di morte». Per poi concludere: «L’unico modo, secondo me, è un’apertura con ingressi strutturati e corridoi umani per immigrati provenienti da zone di guerra».
Migranti, l’Imam di Catania torna a polemizzare su governo e Ue
«Con questo accordo – ha chiosato quindi l’Imam in barba a dinamiche e proporzioni del fenomeno – si evince che sia il governo italiano, che l’Unione Europea non si siano ancora liberati della logica dell’emergenza riguardo il fenomeno migratorio». Insomma, ci mancava solamente il benestare (ovviamente negato) dell’Imam di Catania per aggiungere altra carne al fuoco delle recriminazioni pretestuose… E così, mentre continua a tenere banco la polemica scatenata dalla sinistra sul protocollo d’intesa sui migranti tra Roma e Tirana, ecco che il predicatore islamico torna sulla ribalta per accodarsi ai crociati pro-immigrazione incontrollata.
Stavolta nel mirino del predicatore islamico c’è il patto con Tirana
Un ritorno sulla scena, quello di Abdelhafid Kheit, che arriva dopo l’exploit di poco più di un mese fa quando, senza pensarci su due volte, il predicatore si è apertamente schierato al fianco del giudice Apostolico nei giorni caldi delle polemiche seguite alla decisione della toga del Tribunale di Catania di non convalidare il provvedimento di trattenimento per alcuni migranti del centro di Pozzallo. Un precedente, quello del magistrato che di lì a poco avrebbe fatto proseliti nelle aule da nord a sud del Bel Paese, con sommo gaudio dei sostenitori della causa contro i Cpr, detrattori indefessi dell’operato del governo e delle norme appena varate sulla materia.
L’Imam di Catania: «La Ue ha fallito»
Anche in quell’occasione allora – proprio come ha fatto oggi – Abdelhafid Kheit ha approfittato della bagarre ingaggiata dalle sinistre per sostenere, tra retorica e demagogia, quella che a suo giudizio sarebbe la ricetta vincente per affrontare la questione immigrazione. Tuonando con aspre critiche contro governo e Ue che provano a disciplinare una materia ardua. E appellandosi alla magistratura come «garanzia di tutela dei diritti fondamentali». Evocando come soluzione «imprescindibile» il richiamo alla cooperazione internazionale.
Solo un mese fa si schierava con l’Apostolico e contro i decreti del governo e i Cpr
Puntando l’attenzione, a sostegno della causa anti-Cpr, programmi d’integrazione mirati «a favorire la coesione sociale». Ossia, quella integrazione e coesione sociale che sempre più spesso si rivelano essere non proprio in testa ai pensieri e tra gli obiettivi principali dei tanti immigrati che popolano le nostre città. Come la cronaca, ahinoi, conferma drammaticamente a ogni piè sospinto.