Meloni e la fan che non t’aspetti, Carola Rackete: “Giorgia si sta dimostrando molto in gamba nella Ue”
La fan che non t’aspetti, la “capitana” che voleva salvare i migranti anche a costo di speronare le barche della Guardia Costiera, Carola Rackete. Incredibile ma vero, da lei arrivano complimenti alla donna che fino a ieri sembrava la sua più odiata avversaria politica, Giorgia Meloni, su cui la Rackete esprime un giudizio positivo, pur nella differenza di posizione sulla questione dell’immigrazione.
Giorgia Meloni e i complimenti a sorpresa di Carola Rackete
Sulle politiche dell’Unione europea, ed in particolare per quanto riguarda l’agenda dei cambiamenti climatici, “Giorgia Meloni si rivelata molto in gamba e capace nell’interfacciarsi con i leader europei, ma è un altro il futuro che noi vogliamo per l’Europa”, ha detto l’attivista tedesca Carola Rackete, candidata indipendente della Linke al Parlamento Europeo con un’agenda dedicata alla giustizia climatica, intervenendo ieri a Firenze all’ultima giornata del festival “‘L’Eredità delle Donne”, diretto da Serena Dandini.
Nel luglio scorso la “marinaretta” dell’immigrazione si era scagliata, invece, contro il premier italiano, accusata, pensate un po’, di non difendere le donne. Evidentemente ha cambiato idea. Rackete è balzata alle cronache nel 2019 quando al comando della nave Sea Watch 3 forzò il blocco navale imposto dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini e sbarcò a Lampedusa 42 migranti raccolti nel Mediterraneo.
Il tema dell’emergenza climatica e le alluvioni in Toscana
Sin dalle prime battute del suo confronto con la giornalista di “Repubblica” Tonia Mastrobuoni, alla Manifattura Tabacchi, Rackete, che indossava la felpa del Collettivo di fabbrica ex Gkn di Campi Bisenzio, ha sottolineato quanto “l’emergenza climatica ha gravi conseguenze politiche ed economiche e un impatto concreto sulle nostre vite”. La 35enne ex comandante ha ricordato anche le recenti alluvioni avvenute in Toscana.
Rackete ha poi sostenuto che “nel mondo non tutte le persone colpite dai disastri climatici hanno la possibilità di risollevarsi, per cui se questo tema non entra nell’agenda delle istituzioni europee e dell’Onu in particolare ci ritroveremo nel 2050 con decine di milioni di profughi climatici che nessun paese vorrà accogliere”. “Dobbiamo restare fedeli ai nostri valori”, ha sottolineato Rackete, “diversamente, l’alternativa che avremo davanti sarà tra giustizia climatica e salvaguardia dei diritti umani da un lato e estrema destra al potere dall’altro”.