Mantovano: “Pronti anche al referendum sulle riforme. La telefonata fake? Meloni è un target di Putin” (audio)
«Se non ci sarà condivisione sulla riforma del premierato andremo al referendum senza alcun timore. Se invece ci sarà una condivisione del testo ampia che impedirà il referendum ne saremo lieti, ma non la perseguiamo a costo di fare venire meno punti qualificanti della riforma»: parole nette quelle di Alfredo Mantovano. Ospite del Caffè della domenica di Maria Latella a Radio 24, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio delinea la rotta del governo.
Mantovano: “Con le riforme ci sarà un’esaltazione del parlamento”
«Il testo approvato dal Cdm – dice Mantovano – viene fuori da una serie di confronti con le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, con forze sociali e costituzionalisti. Si sono ascoltati pareri qualificati, è stato un percorso ampio ed esteso», aggiunge. «Se non troveremo un accordo in Parlamento sulla riforma costituzionale – prosegue – mi auspico che la prima lettura si completi prima delle elezioni europee e la seconda entro il 2024 o inizio 2025». Quindi, «l’eventuale referendum sarebbe dunque successivo».
Mantovano aggiunge poi di non condividere «l’analisi fatta da Giuliano Amato sul premierato quando sostiene che il Quirinale diventerebbe un palloncino sgonfiato perché meno legittimato di un premier. Inoltre l’interlocuzione tra Giorgia Meloni e il Quirinale è fluida e continua». «Amato, che ha avuto ruoli rilevanti, merita rispetto – afferma – ma non colgo nessun svuotamento del Parlamento, anzi vedo con questa riforma un’esaltazione del suo ruolo».
“Meloni è un target per Putin, ci aspettiamo altri attacchi”
Non manca un accenno alla telefonata fake dei due “comici” russi. «Meloni è un target per Putin, i fatti degli ultimi giorni lo confermano», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. «C’è stato un tentativo di farle fare qualche errore di comunicazione che invece non c’è stato perchè Meloni dice in privato le stesse cose che dice in pubblico». Per definire «chiuso il caso dello scherzo telefonico alla Meloni dopo le dimissioni del consigliere diplomatico Talò che con dignità si è fatto carico della responsabilità dell’accaduto». Per Mantovano «siamo in un contesto in cui, a partire dal invasione dell’Ucraina, le minacce cyber e ibride come questa della finta telefonata si sono moltiplicate ma il nostro sistema è certamente attrezzato a fronteggiare questo tipo di minacce». L’esponente del governo ha spiegato che «le intromissioni russe nei nostri sistemi sono all’ordine del giorno, ne aspettiamo altre da qui alle elezioni europee perché questa è la nuova frontiera della guerra».
Ascolta l’intervista integrale l’intervista a Maria Latella (audio)
Non sono mancati riferimenti all’emergenza maltempo. «D’intesa con la Regione Toscana – ha annunciato il sottosegretario – il governo ha subito dichiarato lo stato di emergenza ed erogato i primi 5 milioni di euro per gli interventi immediati, sottolineo che sono i primi». E una risposta puntuta all’esponente Pd Provenzano, che ha definito il Piano Mattei per l’Africa “un bluff”. «Non c’è fuffa, c’è realtà nel piano Mattei – ha detto Mantovano – sono pronto ad illustrare il piano a Provenzano, se ha voglia di ascoltare».