Israele, polemiche contro il figlio di Netanyahu, Yair: “Vive a Miami, è un imboscato”

2 Nov 2023 17:45 - di Luciana Delli Colli
figlio netanyahu

È polemica in Israele per la permanenza all’estero di Yair Netanyahu, figlio del primo ministro Benjamin. Yair, 32 anni, vive a Miami da aprile e ora viene accusato di essere “imboscato” e di fare “la bella vita” in un momento in cui tanti suoi coetanei sono stati chiamati al fronte come riservisti.

Il trasferimento del figlio di Netanyahu a Miami

Yair già in passato era stato al centro di polemiche per alcune sue esternazioni sopra le righe contro gli avversari politici del padre e anche contro gli stessi cittadini che lo contestavano, di fatto infuocando ancora di più lo scontro politico in atto nel Paese nei mesi scorsi. Secondo i retroscenisti, lo stesso trasferimento a Miami sarebbe stato il modo in cui la famiglia ha deciso di allontanare il ragazzo considerandolo motivo di imbarazzo e di rischio, anche per se stesso: Yair avrebbe anche attirato alcune denunce per diffamazione.

Le polemiche rimbalzate anche sulla stampa estera

Ora, però, anche quel suo allontanamento dai radar finisce per diventare motivo di accuse e polemiche che, partite da chat e social, sono rimbalzate prima sulla stampa nazionale e poi su quella estera, specie britannica. E non sono servite a placarle neanche le recenti foto di Yair impegnato a Fort  Lauderdale in un evento di raccolta di beni e aiuti per i soldati e per le famiglie colpite da Hamas. “Yair si gode la vita a Miami Beach mentre io sono al fronte”, ha detto un volontario della riserva citato dal Times. “Tanti di noi hanno lasciato il lavoro, le famiglie, i figli per tornare nella nostra nazione a proteggere la nostra gente”, ha detto un altro riservista, come tanti connazionali richiamato mentre si trovava all’estero.

Il difficilissimo momento politico del premier

“Questo non è certo qualcosa che aiuterà a ricostruire la fiducia nella leadership del Paese”, ha aggiunto il riservista, sottolineando che “non siamo noi ad avere la responsabilità di quanto è accaduto”. Anche le polemiche intorno al figlio Yair, insomma, si inseriscono nella cornice del difficilissimo momento politico che Netanyahu vive in patria, da un lato supportato in una reazione al terrorismo giudicata inevitabile, per quanto dolorosa e onerosa prima di tutto in termini di vite umane, e dall’altro messo sotto accusa per il modo in cui Tel Aviv è stata sorpresa dai terroristi.

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