I guai dell’Usigrai: nuovo indagato per i 100mila euro “spariti”. Denunciato all’Odg il sindacalista “rosso” di RaiNews

7 Nov 2023 14:43 - di Redazione
Usigrai Rai

Prima la misteriosa sparizione dai conti dell’Usigrai di un tesoretto di quasi 100.000 euro che nessuno apparentemente sa dove siano finiti e su cui sta tuttora indagando la Procura della Capitale. Poi il pasticciaccio brutto di un sindacalista accusato, di fronte a 120 giornalisti, il 23 ottobre scorso, durante una tempestosa assemblea in Rai durata 3 ore, di aver violato la deontologia professionale e il codice etico interno. L’accusa? Avrebbe tagliato e rimontato ad arte, con gli strumenti aziendali Rai, un video di 37 secondi, enucleato dal contesto. E finito poi, chissà come, alla redazione di Huffinghton Post e Repubblica che lo hanno utilizzato per colpire il collega Massimiliano Melilli, caporedattore di RaiNews24 accusandolo falsamente di essere stato fazioso e a favore del governo Meloni durante la rassegna stampa serale di Rainews24 dell’8 Luglio 2023.

I guai dell’Usigrai: quel “tesoretto” di 100mila euro scomparso

 Tira una brutta aria in Rai, il sindacato Usigrai, una volta potentissimo e fiancheggiato dal Pd, oggi è in grosse difficoltà nel gestire contemporaneamente due vicende così sconcertanti e spinose. Nelle ultime ore le due questioni, che viaggiano su binari paralleli, si sono arricchite di nuovi spiacevoli dettagli.

Ci sarebbe un secondo responsabile

Dopo che un pensionato Rai, strettissimo collaboratore dell’Usigrai, messo a guardia delle finanze, si è accollato la responsabilità della sparizione del tesoretto – fra i corridoi dell’azienda è stata fatta circolare a mestiere la storiella che l’ammanco sarebbe la conseguenza di una sbandata, diciamo così, sentimentale – ora è emerso che vi sarebbe un secondo indagato, “non giornalista ed esterno all’Usigrai”, si affrettano a sostenere dal sindacato.

Il riserbo dell’Usigrai

La legittima richiesta dei giornalisti Rai di ottenere maggiori dettagli su questo ammanco dei propri soldi su cui sta indagando il pubblico ministero romano Luigi Fede ha sempre trovato un muro di ostinato riserbo. Giustificato dall’Usigrai con cosiddette questioni di privacy e di protezione delle indagini. Ma ora qualcosa deve essersi incrinato probabilmente per le oggettive difficoltà di continuare a tenere ostinatamente la questione chiusa in un recinto e a conoscenza di pochi e selezionati eletti.

Le interrogazioni di Gasparri e Lupi, le battaglie di “Pluralismo e Libertà”

C’è chi sostiene che il capro espiatorio individuato abbia iniziato a vacillare e avrebbe fatto sapere di non essere più disponibile a continuare a caricarsi di responsabilità che considera non sue o comunque non completamente sue. Insomma, starebbe facendo una strategica e catastrofica retromarcia. Tanto che inizia a serpeggiare il panico. L’idea che il muro della diga eretto in fretta e furia stia per cedere sta togliendo il sonno a chi si sentiva finalmente al sicuro. Gli articoli del Secolo d’Italia che, nei mesi scorsi, hanno svelato i guai dell’Usigrai, assieme alle battaglie di trasparenza e legalità condotte dalla componente di Pluralismo e Libertà,; insieme ad alcune ficcanti interrogazioni parlamentari e all’interesse suscitato in Commissione parlamentare Vigilanza Rai, hanno fatto il resto, provocando parecchi mal di pancia e la reazione indispettita del sindacato rosso che ha rilasciato un comunicato dai toni irritati.

Questione ammanchi nell’Odg dell’assemblea dei Cdr Rai 

Fatto sta che il 14 e il 15 novembre prossimi è stata indetta l’assemblea dei Cdr della Rai assieme all’Usigrai. E, guarda caso, fra i punti all’ordine del giorno del 15 mattina c’è proprio una comunicazione che i legali del sindacato dovrebbero finalmente fare sulla questione degli ammanchi. Una mossa per contenere in qualche maniera le ovvie domande, sempre più pressanti, poste dai giornalisti Rai. Che hanno visto quei centomila euro – neanche la cifra reale è stata ancora chiarita dai vertici Usigrai nonostante le insistenti richieste – volatilizzarsi. C’è chi, nell’immediatezza del fatto, si era anche detto certo che, in un modo o nell’altro, quei centomila euro sarebbero ricomparsi tornando da soli, non è chiaro come,  nelle desolate casse Usigrai. Ma, fino ad oggi, questo miracolo non si è compiuto, purtroppo.

Usigrai, seconda grana: la questione Rainews24

Inevitabile che nell’assemblea del 14 e 15 novembre prossimo si affronterà fra i giornalisti presenti anche l’altra questione che sta angosciando i vertici Usigrai. Non si può certo definire edificante il comportamento di un sindacalista, uno dei 5 membri del Comitato di Redazione di RaiNews24, che, utilizzando i mezzi aziendali, ha tagliato il video della rassegna stampa di Melilli, decontestualizzandola: video poi planato come d’incanto sulle scrivanie dei colleghi di Repubblica e di Huffinghton Post. Che lo hanno utilizzato per tentare di screditare il caporedattore Rai. Una manovra infantile, fallita perché è stato poi scoperto come sono andate davvero le cose.

Le prove della rassegna stampa tagliata

Il 23 ottobre scorso, durante l’Assemblea online, il sindacalista è stato chiamato in causa di fronte a 120 colleghi contestandogli il grave comportamento tenuto. La linea difensiva scelta inizialmente dai colleghi del Cdr è stata quella di contestare in maniera integrale la faccenda. Ma è subito fallita. “Tirate fuori le prove!” è stato detto incautamente in maniera provocatoria a chi puntava il dito sul sindacalista rosso. E le prove sono state scodellate proprio lì, in Assemblea davanti a tutti. Un documento di 3 pagine, corredato di screenshot del software aziendale di editing video, che mostra, in maniera inequivocabile, i passaggi del “tarocca mento” con tanto di “firma” digitale del sindacalista giacché per accedere alla piattaforma interna alla Rai è necessario loggarsi con nome utente e password. Esattamente ciò che ha fatto il sindacalista lasciando tracce del “lavoretto”.

Rassegna stampa RaiNews24: estrapolati 37 secondi 

“Il video della rassegna stampa serale di Rainews24 dell’8 Luglio 2023, condotta da Massimiliano Melilli, è stato confezionato” dal sindacalista “che – è scritto nel documento di 3 pagine sventolato in Assemblea – “ha isolato, da una trasmissione della durata complessiva di 75 minuti, circa 37 secondi”. “La “firma” nel sistema aziendale” Rai “nel quale si accede con le credenziali personali” è effettivamente quella del sindacalista. Non ci sono dubbi. “L’identico video, della stessa durata, viene pubblicato l’11 Luglio da Huffington Post e da Repubblica.it  – viene precisato nel documento di 3 pagine contestato durante l’Assemblea al sindacalista. – . Il fatto che sia materiale interno alla redazione è dimostrato dall’assenza delle grafiche della messa in onda, come il banner riportante l’ultima ora. Il video appare sul sito Huffington Post, nella galleria video e incorporato in un articolo firmato”.

RaiNews24, Melilli ha inviato tutta la documentazione all’odg

La faccenda, a questo punto, si è però ulteriormente complicata. Perché il diffamato Melilli ha messo tutta la documentazione insieme e ha denunciato il comportamento del sindacalista, che ora rischia grosso, all’Associazione Stampa Romana e all’Ordine dei giornalisti. Se ne occuperanno i colleghi del Consiglio di Disciplina competente obbligati, a questo punto, a convocare il sindacalista e a chiedergli conto di tutta la questione, per poi irrogare la sanzione. Così come se ne occuperà il Collegio dei probiviri di Stampa Romana. Ma la cosa rischia di non finire qui. Perché anche la Rai, che dovrà rispondere dell’accaduto alle interrogazioni presentate in Vigilanza da Gasparri e Lupi, ha avviato un audit interno. Il sindacalista che ha manipolato il video rischia, regolamento di disciplina alla mano, perfino il licenziamento.

Indagine interna Rai sollecitata dal capogruppo di FdI in Vigilanza

L’indagine interna all’azienda di viale Mazzini sul caso del sindacalista era stata sollecitata una decina di giorni fa anche dal deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, capogruppo in Commissione Vigilanza Rai. Che aveva ricordato come l’Usigrai, “di solito sempre loquace e che non perde occasione per fare lezioni a chiunque sul diritto di cronaca, il rispetto del pluralismo e la libertà di informazione” non aveva fiatato: “ci attendiamo quanto meno un chiarimento se non una forte presa di distanza”. Macchè. Un silenzio assordante.

L’Usigrai fa una “marcia” per Ranucci. Gasparri: “Ridicolo, pensate ai 100mila euro”

Mentre Pluralismo e Libertà aveva chiesto le dimissioni dell’intero Comitato di Redazione di RaiNews24, Cdr di cui è membro il sindacalista ora denunciato. Insomma, un momentaccio per l’Usigrai. Che stasera si ritroverà al Pantheon dove ha organizzato una marcia: il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci – convocato in Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai – sarà portato in processione. Come se dovesse andare al patibolo. “Invece di organizzare con i suoi esponenti storici ridicole marce di sostegno a Ranucci, semplicemente invitato in Vigilanza Rai, trasformando un’audizione in un’esecuzione inesistente – li fulmina il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri (che ha già preparato una sorpresa) – i vertici Usigrai cerchino chi si è fregato quei 100.000 euro scomparsi dalle casse dell’associazione. E, semmai, invece di fare una marcia al Pantheon – suggerisce il senatore azzurro – vadano a prendersi un bel cappuccino. Anzi, come si dice a Roma, un bel cappuccio. Gliene lascio pagati tre, al caffè Tazza d’Oro, per Giulietti, Di Trapani e Macheda”.

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