Giornalisti: morto Lanfranco Pace, ex leader di Potere Operaio. Collaborò a lungo con “Il Foglio”
TIl giornalista Lanfranco Pace, protagonista dei movimenti della sinistra extraparlamentare del post-68, ex leader di Potere Operaio, è morto all’età di 76 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato dal quotidiano “Il Foglio”, di cui è stato a lungo collaboratore. In precedenza aveva lavorato per il quotidiano francese “Liberation”. “Ci spiace dare questa notizia. Lanfranco Pace è stato parte della storia di questo giornale – si legge sul sito internet della testata diretta da Claudio Cerasa -. Per il Foglio ha scritto di politica, di attualità, di sport, soprattutto del suo amato Milan nella rubrica che teneva nell’inserto del martedì ‘That win the best’, Per oltre un anno ci ha intrattenuto con il suo pagellone politico, l’appuntamento domenicale nel quale riassumeva i fatti della settimana”.
Morto Lanfranco Pace, protagonista della sinistra extraparlamentare
Nato a Fagnano Alto (L”Aquila) il 1 gennaio 1947, dopo il diploma Lanfranco Pace si iscrisse alla Facoltà di Ingegneria a Roma e nel 1968 all’Università ‘La Sapienza’ fece parte del comitato studentesco entrando in contatto con Oreste Scalzone e Franco Piperno, i due fondatori di Potere Operaio. Pace fu in seguito uno dei dirigenti del movimento extraparlamentare e nella sua evoluzione successiva, Autonomia operaia. Le cronache raccontano che Lanfranco Pace e Franco Piperno nella primavera del 1978, all’epoca del sequestro Moro, provarono a prendere contatti con i brigatisti rossi Valerio Morucci e Adriana Faranda, che tenevano prigioniero lo statista democristiano, nella speranza di salvare la vita del presidente della Democrazia Cristiana, ricostruisce l’Adnkronos.
Morto Lanfranco Pace: latitante per 25 anni in Francia
Nel giugno 1979 Pace con Piperno, Paolo Virno e Lucio Castellano fondarono “Metropoli”, rivista in dialogo critico con l’area dell’Autonomia operaia. Sul periodico apparve anche un fumetto sul rapimento Moro e sulle trattative avvenute per salvarlo, motivo per cui il giornale venne sequestrato. Nell’ambito del “Processo 7 aprile” (1979), nato dall’inchiesta del pubblico ministero della Procura di Padova Pietro Calogero tra i militanti e i simpatizzanti dell’Autonomia operaia imputati come presunti complici dei terroristi rossi, Calogero ordinò l’arresto, tra gli altri, di Toni Negri, Emilio Vesce, Oreste Scalzone e Pace. Quest’ultimo accusato a causa dei contatti tenuti con Morucci e Faranda durante le trattative sul caso Moro e dopo la loro fuoriuscita dalle Br, di essere un fiancheggiatore del ‘partito armato’.
Condusse “Otto e mezzo” su La7 con Ritanna Armeni
Da latitante si rifugiò in Francia, dove rimase per 15 anni, assieme all’altro leader di Potere Operaio Oreste Scalzone, grazie all’omonima dottrina del presidente François Mitterrand sui reati di natura politica, lavorando per il giornale “Libération”. Nel 1990, seppur smentite le ipotesi del cosiddetto “teorema Calogero” e le imputazioni più gravi a suo carico, Pace venne condannato in via definitiva a 4 anni per associazione sovversiva (pena prescritta). Tornò in Italia e in seguito venne chiamato dal direttore Giuliano Ferrara a scrivere su “Il Foglio”. Nel 2008 subentrò per un periodo a Giuliano Ferrara alla conduzione del programma televisivo “Otto e mezzo” su La7 con Ritanna Armeni; fino a quel momento ne aveva curato il servizio d’apertura, chiamato ‘Il Punto’. E’ autore del libro “Nicolas Sarkozy. L’ultimo gollista” (Boroli Editore, 2007).