Gb: cacciata la ministra Braverman, “troppo di destra”, figlia di migranti ma contro l’invasione

13 Nov 2023 14:52 - di Marta Lima

La ministra degli Interni britannica Suella Braverman è stata rimossa dall’incarico dal primo ministro Rishi Sunak: l’accusa politica è di essere troppo di destra. Fatale le è stato un articolo scritto la scorsa settimana per The Times nel quale criticava la gestione di una marcia filo-palestinese da parte della polizia britannica. Per quello scritto, giudicato ”offensivo”, Braverman è stata accusata di minare l’indipendenza della polizia e la fiducia della popolazione nei confronti degli agenti. La ministra aveva infatti accusato la polizia di ”fare favoritismi” nei confronti dei manifestanti di sinistra.

La ministra Braverman e le posizioni di destra su migranti e senzatetto

“E’ stato il più grande privilegio della mia vita servire come ministro degli Interni” della Gran Bretagna, poi commentato la Braverman, sollevata dall’incarico dal premier Rishi Sunak. ”Avrò altro da dire a tempo debito”, ha aggiunto.

Oltre alle critiche alla polizia, per la linea troppo soft sulle manifestazioni pro-Hamas, sono stati anche i suoi commenti sui senzatetto a essere politicamente fatali alla ministra degli Interni britannica, che aveva sostenuto che essere senzatetto ”è una scelta di vita”. Ma quelle sui senzatetto o sulla polizia sono solo le ultime di una serie di posizioni scomode dell’ormai ex ministra degli Interni britannici. Il 4 novembre, in un post sui social media, Braverman aveva scritto che ”non possiamo permettere che le nostre strade siano invase da file di tende occupate da persone, molte delle quali provenienti dall’estero, che vivono in strada come scelta di vita”. Un intervento arrivato mentre il governo stava discutendo su cosa sarebbe stato inserito nel discorso di re Carlo quest’anno. La stampa britannica ha scritto che Braverman voleva imporre multe agli enti di beneficenza che ”donano tende a chi ha il sonno difficile” e coinvolgere la polizia per rimuovere le tende.

Le marce “dell’odio” contro Israele

In relazione alla crisi a Gaza e alle manifestazioni che si sono svolte in Gran Bretagna a sostegno dei palestinesi, invece, lo scorso 30 ottobre Braverman aveva detto che ”c’è solo un modo per descrivere quelle marce: sono marce dell’odio”. Intervenendo dopo una riunione d’emergenza del governo sulla crisi a Gaza, Braverman aveva quindi attaccato i manifestanti filo-palestinesi. L’8 novembre, il Times ha pubblicato un articolo di Braverman in cui accusava la polizia di parzialità, dicendo che stava “facendo favoritismi” usando tattiche più forti contro alcuni manifestanti e non altri. I suoi commenti sono stati contestati da ex agenti di polizia, parlamentari e laburisti, che l’hanno accusata di “creare deliberatamente divisione”.

Figlia di immigrati ma contro l’invasione e il multiculturalismo

Figlia di immigrati provenienti da Mauritius e Kenya, 43 anni, Braverman non ha risparmiato parole sprezzanti nei confronti del multiculturalismo. In un intervento a un think tank americano dello scorso 26 settembre, l’ex ministra ha infatti detto che “il multiculturalismo non richiede agli immigrati di integrarsi. Ha fallito”. I migranti, aveva detto, ”finiscono per vivere vite parallele”. Una frase usata per la prima volta 20 anni fa in relazione alle rivolte nel nord dell’Inghilterra e che, secondo gli oppositori, era stata rispolverata dopo aver rinunciato al sistema di asilo del Regno Unito.

Diversi gli interventi allarmanti nei confronti dell’immigrazione verso la Gran Bretagna, da lei definita ”un uragano”. Lo scorso 7 marzo aveva infatti detto che ”ci sono 100 milioni di persone in tutto il mondo che potrebbero beneficiare di protezione ai sensi delle nostre leggi attuali. Cerchiamo di essere chiari: stanno arrivando qui”. O forse ”probabilmente ci sono miliardi di ansiosi” di venire nel Regno Unito. Il Parlamento di Londra alla fine ha votato per riconoscere al ministro degli Interni l’obbligo legale di detenere chiunque attraversi la Manica, ma anche di trasferirlo in un altro paese, come il Ruanda. Gli esperti hanno contestato le sue proiezioni, affermando che il Regno Unito accoglie molti meno richiedenti asilo rispetto ad altri paesi e che il recente numero record di arrivi di lavoratori e studenti probabilmente è destinato a stabilizzarsi.

Il suo sogno di vedere decollare un aereo per il Ruanda

Ma anche poco più di un anno fa, il 31 ottobre del 2022, Braverman aveva detto che ”il popolo britannico merita di sapere quale partito è seriamente intenzionato a fermare l’invasione della nostra costa meridionale”. E il 4 ottobre di quello stesso anno aveva detto “mi piacerebbe avere una prima pagina del Telegraph con un aereo in decollo per il Ruanda, è il mio sogno, è la mia ossessione”. Era appena stata nominata ministro degli Interni da Liz Truss ed era stata criticata da gruppi di rifugiati per aver banalizzato la difficile situazione delle persone bisognose. Il suo intervento si riferiva al piano di asilo del governo britannico, che prevede di portare i richiedenti asilo che hanno attraversato la Manica nel Regno Unito con un biglietto di sola andata per il Ruanda dove potrebbero invece chiedere asilo.

Guerra aperta anche agli ecologisti che bloccano le strade

Uno dei primi compiti di Braverman come ministro degli Interni è stato quello di pilotare in Parlamento un piano per limitare il diritto di protestare al fine di fermare azioni altamente distruttive come l’occuazione di autostrada da parte di gruppi, tra cui Extinction Rebellion e Just Stop Oil. Il 18 ottobre del 2022 ha accusato l’opposizione di essere in combutta con gli eco-manifestanti perché non era riuscita a ottenere un sostegno sufficiente. “Temo che sia il Partito Laburista, i LibDem, la coalizione del caos, i wakerati che leggono il Guardian, che mangiano tofu e, oserei dire, la coalizione anti-crescita che dobbiamo ringraziare per lo sconvolgimento che stiamo vivendo e vedendo sulle nostre strade oggi”, aveva detto.

 

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