Covid: con la variante Eris febbre alta e dolori, somiglia all’influenza. Come curarla

14 Nov 2023 15:49 - di Liliana Giobbi

La variante Eris del Covid è predominante oggi in Italia. «Porta una febbre alta, per due o tre giorni, che veramente assomiglia molto all’influenza con qualche dolore in più in alcuni soggetti. E quindi come tale va trattata». Lo spiega all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. Come curarla? «Usiamo i farmaci sintomatici: il paracetamolo, l’ibuprofene, il ketoprofene e l’aspirina», risponde.

Variante Eris, c’è chi torna a perdere il gusto

«Oggi circa il 50% dei contagi in Italia è dovuto a “Eris”, ma c’è una grande variabilità che dipende dal singolo paziente: può infatti decorrere paucisintomatica nei sani ma anche dare una sintomatologia accentuata con febbre alta, c’è chi torna a perdere l’olfatto e il gusto cosa che non vedevamo con le varianti precedenti. E in alcuni casi può impegnare le vie respiratorie. Diciamo che questi soggetti si possono curare a casa con paracetamolo o ketoprofene», illustra Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma.

Come intervenire se il soggetto à fragile

«Ma se il soggetto è fragile o anziano deve prendere entro cinque giorni gli antivirali, Paxlovid e Remdesivir, che funzionano anche contro la variante Eris. Ricordo che questa malattia nel giro di poche ore può cambiare connotati e magari si deve correre in ospedale. Ad ottobre abbiamo avuto 800 morti e sarebbe interessante sapere quanti erano vaccinati e quanti hanno fatto le terapie».

No all’antibiotico contro la variante Eris

«È una malattia diversa rispetto al 2020-2021. Allora c’era bisogno di un certo tipo di cura. Oggi è un altro mondo e anche le terapie sono diverse», interviene Bassetti.  «Quando vedo prescrivere per “Eris” l’antibitiotico, l’azitromicina, il cortisone, penso che siamo di fronte a una profonda ignoranza da parte di chi usa questo tipo di terapie. “Sparare” così nel 2023 come si “sparava” nel 2020 è un errore clamoroso».

Infezione molto simile all’influenza

Quindi – conclude Bassetti – «la raccomandazione da dare alle persone è che questa malattia è certamente un’infezione respiratoria molto simile all’influenza o al raffreddore e come tale va gestita, salvo nelle persone più anziane e nelle persone più fragili dove si usano gli antivirali».

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