Usa, 41 Stati fanno causa a Meta: “Facebook e Instagram creano dipendenza nei minori per profitto”
Negli Usa è in atto una poderosa azione giudiziaria istituzionale e bipartisan contro Meta: 41 Stati, complessivamente, infatti, hanno fatto causa al colosso social accusandolo di adottare meccanismi che creano dipendenza negli utenti più giovani di Instagram e Facebook. Le cause, che erano inizialmente una trentina ma sarebbero aumentate progressivamente, sono il risultato di un’indagine avviata nel 2021 sulle conseguenze per la salute dei minori delle politiche adottate da Meta con quelle che sono state indicate come tattiche pericolose e manipolative volte ad “aumentare i profitti”.
L’azione bipartisan dei 41 Stati Usa contro Meta
Nel rapporto federale di 233 pagine si afferma che la società adotta “schemi per sfruttare gli utenti più giovani con l’obiettivo di aumentare i profitti”, ingannandoli riguardo a misure di sicurezza e raccogliendo i loro dati in violazione della legge sulla privacy dei minori. L’iniziativa delle decine di Stati americani contro Meta costituisce, tra l’altro, un raro esempio di collaborazione bipartisan tra stati repubblicani e democratici. “In un momento in cui la nostra nazione non vede il livello di collaborazione bipartisan di cui abbiamo bisogno, ora lo potete vedere in questo gruppo di procuratori generali”, ha detto l’attorney general del Colorado, il democratico Phil Weiser. “La nostra inchiesta bipartisan è arrivata a un’importante conclusione: Meta sta mettendo in pericolo i nostri bambini e adolescenti, rendendoli dipendenti per aumentare i propri profitti”, gli ha fatto eco il collega della California, Rob Bonta.
Colorado e California guidano l’azione legale alla quale altri Stati si sono aggiunti depositando cause presso la Corte del distretto settentrionale della California per un totale di 33. A questi si aggiungerebbero, secondo quanto riferito da altre fonti, altri otto Stati che avrebbero presentato azioni legali separate, ma comunque basate in gran parte sulle stesse accuse.
La risposta della società
La portavoce di Meta, Liza Crenshaw, ha risposto che la società è “delusa dal fatto che invece di lavorare in modo produttivo con le società del settore per creare degli standard chiari, appropriati all’età per le molte app usate dai teenager, i procuratori generali abbiano scelto” la via del ricorso legale.
Un dibattito che va avanti dal 2021
La questione degli effetti dei social media che fanno capo a Meta sui giovani è al centro del dibattito dal 2021, quando fu rivelato il contenuto di un rapporto interno in cui si mostrava come Instagram peggiorasse i casi di disturbi alimentari per le giovani utenti. Da allora si sono avviati tentativi a livello federale e statale di far passare leggi per limitare l’accesso dei bambini ai social media e aumentare il livello di controllo sulle politiche di Meta.
Le leggi restrittive sui social già adottate da alcuni Stati
E, se a livello federale è ancora fermo il tentativo di varare una nuova legge su privacy e protezione dei minori sulla Rete, alcuni Stati hanno varato misure particolarmente restrittive, come l’Arkansas e lo Utah che hanno vietato ai minori di 13 anni di avere accesso ai social media e a quelli sotto i 18 di farlo solo con l’assenso dei genitori. In California è invece passata una legge che impone alle società tech di controllare i propri prodotti per i rischi e costruire strumenti di sicurezza e tutela della privacy.