Stoccata di Nordio alle toghe di Catania: non esiste il diritto “creativo”. Si applichi la legge, piaccia o meno
Il ministro Nordio non si sottrae al confronto e dal Salone della Giustizia, dove è stato ospite ieri, torna con precisazioni, rimandi netti – e stoccate alle toghe del tribunale di Catania – sullo scontro fra magistratura e politica che si è riacceso dopo le sentenze del giudice Apostolico. Il magistrato finito nel mirino delle polemiche dopo aver fatto uscire dai Cpr otto tunisini in attesa di conoscere il responso sulla loro richiesta di protezione internazionale. Verdetti, quelli della toga finita al centro di un vero e proprio “caso”, pronunciati in aperta ostilità con le leggi del governo. E che, delegittimando decreti e linee guida, mettono i paletti all’operato dell’esecutivo su gestione dei flussi e disposizioni di sicurezza.
Nordio al Salone della Giustizia: «Critiche a sentenze e leggi devono essere contenute»
Un dibattito che come noto si è infuocato nelle ultime settimane, e su cui il Guardasigilli ha sottolineato: «Nel mio mondo ideale fermo restando che la separazione dei poteri è il fondamento minimo di una democrazia liberale i politici non dovrebbero criticare le sentenze e i magistrati non dovrebbero criticare le leggi. Calandomi nella realtà, questo non è possibile, ma deve essere fatto in modo contenuto. La contrapposizione tra politica e magistratura c’è stata dagli anni ’90. Io cerco di attenuarla il più possibile», ha assicurato.
Stoccata alle toghe di Catania: il magistrato deve solo applicare la legge, gli piaccia o non. O cambi mestiere
Ed è in questo contesto che il titolare del dicastero di Via Arenula riserva una frecciatina alle toghe di Catania, asserendo con nettezza nel suo intervento alla tre giorni di convegni e dibattiti del Salone della Giustizia in corso a Roma fino a domani, che «la funzione del magistrato non deve essere quella di chi deve affermare un’etica ma il diritto positivo che non sempre coincide con l’etica. Il magistrato deve solo applicare la legge, gli piaccia o non gli piaccia. Se è difforme dai suoi principi minimi di etica cambi mestiere. Non esiste la possibilità di un diritto creativo».
Nordio sulla separazione delle carriere: «Sono polemiche sterili e inutili»
Non solo. Intervenendo a tutto campo su un terreno in cui si innestano importanti progetti di riforma e recriminazioni d’annata, Nordio si è soffermato anche sul tema della separazione delle carriere in magistratura. E sgomberando il campo da polemiche strumentali e interpretazioni di parte, sulle lamentazioni in atto da tempo e aggiornate all’insediamento dell’esecutivo attuale, ha chiarito: «Sono polemiche sterili e inutili come quando vengo accusato di patrocinarla per portare il pubblico ministero sotto l’ala dell’Esecutivo».
«La riforma si farà ma richiede una revisione costituzionale, quindi ha tempi lunghi»
Aggiungendo quindi a stretto giro: «La separazione dei poteri è il fondamento di ogni democrazia liberale. È nel programma di governo, ma richiede una revisione costituzionale che richiede tempi lunghi e una riflessione profondissima. Quindi non è una cosa che si farà domani», ha spiegato il ministro. Perché sciogliere i nodi e risolvere questione annose è una necessità ormai stringente che va affrontata con toni, modi e tempistiche adeguate. Un imperativo che si estende anche ad altre, importanti questioni in agenda.