Salone del Libro, Benini non cambia nulla anzi… A Littizzetto affidata la sezione “leggerezza”. Il circolo di Fazio spadroneggia
L’edizione del Salone del Libro 2023 si era chiusa con l’inaudita censura a Eugenia Roccella che non ha potuto prendere la parola a causa delle veementi contestazioni di un manipolo di scalmanate. Poi c’era stato il cambio al timone con Annalena Benini al posto di Nicola Lagioia. Ma le cose non sono cambiate di molto, almeno stando agli annunci della nuova direttrice del Salone.
Oggi in conferenza stampa Annalena Benini ha infatti spiegato che il Salone si fa in sette. Sette sezioni affidate ad altrettanti curatori, tra i quali spicca il nome di Luciana Littizzetto. Alla comica torinese sarà dunque affidata la sezione “leggerezza“. Una sezione – ha detto Annalena Benini – “a cui sarà affidato il compito di costruire pensieri sorridenti e di entrare nel mondo del sorriso”.
La sezione Editoria sarà curata da Teresa Cremisi presidente di Adelphi. Quella dell’Arte da Melania Mazzucco, premio Strega. La sezione Romanzo da Alessandro Piperno. inserita poi, oltre alla sezione leggerezza, anche la sezione Romance, cioè quella dei romanzetti rosa, insomma la “letteratura per pollastrelle” detta anche “chick lit” e a curarla sarà Erin Doom, una scrittrice italiana famosa per questo genere di titoli e che ovviamente è stata ospitata nel salotto di Fazio a fine maggio. La sezione L’informazione è affidata a Francesco Costa, vicedirettore de IlPost e quella
Cinema sarà curata da Francesco Piccolo, scrittore premio Strega e sceneggiatore.
Per il Salone lavorerà anche “una redazione formata da persone con sguardo attento al panorama internazionale cui sarà affidato il compito di studiare i cambiamenti sociali e i nuovi linguaggi”. Della redazione faranno parte, oltre alla stessa Benini, Paola Peruzzi, Igiaba Scego, Francesca Sforza e Tiziana Triana. “Con queste persone e con la squadra del Salone – ha detto ancora Benini – faremo del nostro meglio per fare un bellissimo Salone”.
Della consulenza a Littizzetto aveva scritto oggi Libero, in un articolo che Luca Beatrice concludeva così: “Lagioia o Benini, qui comandiamo noi. Firmato, i fazisti”. L’assalto dei presunti “fascisti” alla roccaforte della cultura italiana, invece, tanto temuto e strombazzato, sembra ancora di là da venire… Ieri Pietrangelo Buttafuoco aveva tra l’altro categoricamente smentito una sua collaborazione col Salone di Torino: “Non se n’è mai parlato – ha detto – non sono un botolo affamato perfino al guinzaglio della quota politica”.