Processo “mensa dei poveri”, Lara Comi condannata in primo grado a quattro anni e due mesi

2 Ott 2023 18:22 - di Redazione

L’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi è stata condannata dai giudici del tribunale di Milano a quattro anni e due mesi nel processo ribattezzato ‘Mensa dei poveri’. Che vede imputati politici e imprenditori per un presunto giro di tangenti. Lara Comi, difesa dall’avvocato Gian Piero Biancolella, era finita agli arresti domiciliari (poi revocati) nel novembre del 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Unione europea per circa 500 mila euro. In merito  ai corsi di formazione dei dipendenti di Afol, agenzia per la formazione, orientamento e lavoro. Vicenda che aveva visto coinvolto l’ex direttore dell’ente regionale Giuseppe Zingale e l’allora socia della Comi, Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e commercialista che inizialmente aveva parlato di una tangente da 10 mila euro.

Per i tre, nelle brevissime repliche di stamane, il pm Stefano Civardi aveva chiesto una riduzione di pena (da 5 anni e mezzo a 4 anni e 2 mesi per l’europarlamentare) per la derubricazione del reato di corruzione contestato ai tre imputati: l’aggravante di aver commesso il fatto in qualità di pubblico ufficiale va riqualificata in incaricato di pubblico servizio. I giudici hanno di fatto accolto la tesi accusatoria.

La condanna più pesante, sono 11 quelle complessivamente inflitte dai giudici della sesta sezione, è per l’imprenditore Daniele D’alfonso (6 anni e 6 mesi), tante le assoluzioni – una cinquantina – alcune di primo piano come per l’ex consigliere comunale di FI a Milano Pietro Tatarella – non ha trattenuto le lacrime al termine della lettura del dispositivo – e Fabio Altitonante, già consigliere regionale e assessore in Lombardia, assolti perché il fatto non sussiste. Un anno e un mese la condanna per l’allora deputato degli ‘azzurri’ Diego Sozzani, nel 2009 presidente della Provincia di Novara, un anno e quattro mesi invece per il giornalista Andrea Aliverti imputato nell’inchiesta sul presunto “sistema” di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, che vedeva al centro l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, presunto “burattinaio del sistema” e che nell’ottobre del 2021 ha patteggiato una pena a 4 anni e 10 mesi.

Per Lara Comi i giudici hanno stabilito anche l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni, interdizioni simili sono scattate anche per altri condannati. Le motivazioni della sentenza, per alcuni capi di imputazione è intervenuta la prescrizione, saranno rese tra 90 giorni.

“Non commento, parlerò a tempo debito, continuerò a difendermi”, ha detto Lara Comi dopo la lettura della sentenza. “E’ una sentenza che lascia perplessi, è incomprensibile aspettiamo di leggere le motivazioni”, così in aula il suo difensore Gian Piero Biancolella.

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