Migranti, linea dura del governo sui falsi visti per i clandestini: il piano contro il traffico illegale

26 Ott 2023 9:15 - di Gabriele Alberti
visti clandestini

Linea dura del governo contro i mercato dei falsi visti per i clandestini. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, recentemente ha mandato gli ispettori in Congo per verificare la situazione del rilascio dei visti. Nei mesi scorsi analoghe iniziative sono state prese per altri Paesi. Non si può entare illegalmente in Italia – è la linea del governo ribadita sempre dal premier Meloni-. E da questa ispezione i dati emersi sono preoccupanti. “Ho immediatamente disposto il rientro immediato di due funzionari; ho ordinato la sospensione temporanea del servizio visti nazionali a Kinshasa. E ho dato stringenti disposizioni a tutti gli uffici della rete; al fine di rafforzare la capacità delle nostre sedi d’intercettare le richieste fraudolente di visti e prevenire fenomeni corruttivi”.

“Fuori dal Coro”: reportage sui visti illegali per i clandestini

E la linea dura dell’esecutivo è quanto mai auspicabile visto lo stato delle cose. “Tolleranza zero nei confronti dei responsabili degli illeciti”, ha detto Tajani durante il question time alla Camera. Proprio la trasmissione d’inchiesta ‘Fuori dal Coro’ – condotta da Mario Giordano su Retequattro –  ha condotto un’indagine sul traffico illegale di visti per entrare in Italia. In particolare dal Pakistan. E’ il racconto di come  si riesce a entrare in possesso del visto attraverso un sistema fraudolento che si basa su due pilastri: da una parte, sui trafficanti di esseri umani pronti a pagare per i visti; dall’altra, sui funzionari delle ambasciate, che rilasciano questi documenti dietro ingenti somme di denaro.

Visti illegali, come funziona il sistema corruttivo

E proprio un consulente di alcune ambasciate europee – che ha subito tentativi di corruzione – ha segnalato alla trasmissione l’esistenza di un’organizzazione criminale operante in questo campo. Un inviato del programma lo ha quindi accompagnato a Napoli, da dove parte tutta l’operazione; per capire come funziona il sistema corruttivo, fingendosi un collaboratore. Una volta avviata la trattativa il giornalista e il consulente, su indicazione precisa, si spostano al Nord e più precisamente in Friuli, dove sono presenti gli uomini dell’organizzazione che dettano le richieste più precise e specificano:

“Compriamo funzionari in Pakistan”

“Per 50 visti dal Pakistan la spesa è di circa 20.000 euro. Tempo necessario 2 mesi. Possiamo fare tutto con i soldi, non ci sono problemi. Quando i documenti sono pronti, noi ti facciamo il biglietto. Devi pagare circa 6000 euro. Dal Pakistan alcuni fanno come prima tappa Dubai, altri Romania, altri Grecia o Albania. Compriamo funzionari in Pakistan”. L’uomo che si occupa di procurarsi illegalmente questi documenti spiega che lavora con l’Italia; perché ci sono meno controlli e quindi risulta più facile ottenerli. Una volta in possesso dei documenti questi vengono rivenduti ai migranti e c’è una rete ben organizzata che gestisce il loro viaggio: fornendo loro anche i biglietti per gli spostamenti.

Il mercato dei visti ai claandestini: reportage di “Fuori dal coro”

La trasmissione intervista poi alcuni migranti che hanno dichiarato di aver dovuto restituire i visti una volta giunti a destinazione. E che hanno ammesso di aver pagato ingenti somme di denaro, da 6.000 a 10.000 euro. Questo traffico illegale spiegherebbe i documenti che di tanto in tanto spariscono dalle sedi diplomatiche: come quando due anni fa l’ambasciata italiana di Islamabad dichiarò il furto di mille visti Schengen. Il fenomeno potrebbe essere così diffuso che alla Procura di Roma sono stati presentati diversi esposti a riguardo. Il Ministero degli Esteri ha avviato in queste ore delle ispezioni per accertare possibili irregolarità legate alle procedure relative al rilascio dei visti per l’Italia.

Tajani: “Linea durissima del governo”

“Il Governo ha come obiettivo prioritario il contrasto a ogni forma di ingresso irregolare in Italia”- dice il ministro degli Esteri dirante il question time alla Camera. “Ad agosto ho disposto l’invio di missioni ispettive straordinarie in Pakistan, Sri Lanka e Bangladesh; nei giorni scorsi, una simile missione ha ispezionato le ambasciate a Kinshasa e Brazzaville e ulteriori ispezioni sono previste anche in altre regioni, quali l’America Latina”. Nel fare presente che si tratta di “contesti ambientali molto difficili, anche a causa dell’alto numero di documenti falsi presentati per ottenere l’ingresso in Europa”, il titolare della Farnesina ha chiarito: “alle ispezioni hanno partecipato non solo funzionari del ministero degli Esteri. Ma anche esperti di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Le risultanze sono a disposizione delle competenti autorità e ho dato istruzioni perché siano anche la base per una profonda revisione delle procedure di rilascio dei visti”. Tajani ha quindi anticipato che saranno adottate “altre misure disciplinari”.

 

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